L’interdipendenza non è mai già data, è una via, è un insieme di scelte mai definitive che permette di considerare gli altri non come un serbatoio – più o meno raggiungibile – dove possiamo attingere ciò che si vuole “ottenere” o “ricevere” spontaneamente. Ottenere e ricevere, in questo caso, non possono ridursi a un’idea che assimili lo scambio di merci con l’interazione relazionale. È molto probabile che nel primo è presente – simbolicamente e no – anche la seconda, ma affinché lo scambio acquisti continuità e dia vita a un clima e a un contesto duraturo e orientato, come dovrebbe essere quello formativo, non basta arrivare a un mero coordinamento del dare e avere. L’interdipendenza relazionale, man mano che cresce qualitativamente, si sottrae al tentativo angusto di limitarla a una mera dimensione di transazione, lasciando emergere, invece, la complessità, la delicatezza, il mistero e ancora una volta l’imprevedibilità che la connotano. L’interdipendenza, in questo modo, si configura non in senso bidirezionale, ma come un processo circolare nel quale, a un miglioramento del clima relazionale, corrisponde una diminuzione del bisogno di tranquillizzanti spiegazioni razionali. Il tendere a rendere e a rendersi consapevoli di questa interdipendenza la può qualificare, nel contempo, come già formativa.

Formare all'interdipendenza

MILELLA, Marco
2007

Abstract

L’interdipendenza non è mai già data, è una via, è un insieme di scelte mai definitive che permette di considerare gli altri non come un serbatoio – più o meno raggiungibile – dove possiamo attingere ciò che si vuole “ottenere” o “ricevere” spontaneamente. Ottenere e ricevere, in questo caso, non possono ridursi a un’idea che assimili lo scambio di merci con l’interazione relazionale. È molto probabile che nel primo è presente – simbolicamente e no – anche la seconda, ma affinché lo scambio acquisti continuità e dia vita a un clima e a un contesto duraturo e orientato, come dovrebbe essere quello formativo, non basta arrivare a un mero coordinamento del dare e avere. L’interdipendenza relazionale, man mano che cresce qualitativamente, si sottrae al tentativo angusto di limitarla a una mera dimensione di transazione, lasciando emergere, invece, la complessità, la delicatezza, il mistero e ancora una volta l’imprevedibilità che la connotano. L’interdipendenza, in questo modo, si configura non in senso bidirezionale, ma come un processo circolare nel quale, a un miglioramento del clima relazionale, corrisponde una diminuzione del bisogno di tranquillizzanti spiegazioni razionali. Il tendere a rendere e a rendersi consapevoli di questa interdipendenza la può qualificare, nel contempo, come già formativa.
2007
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/159720
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