Il disegno come linguaggio / Drawing as Language

Drawing and graphic communication can be taken as equivalent concepts; in fact, drawing always aims to convey a message through an alternative language to the verbal one, and its communicative nature is implicit. Starting from the formulation of this position, theorized 25 years ago by Manfredo Massironi in support of his famous taxonomy of graphic production, it is possible to observe how the disciplinary area of Drawing has evolved over time to become today a field of research not only capable of proposing effective graphic representations and translations, but also of providing answers to the questions emerging from contemporary society through problem-driven research and a plurality of projects and solutions in the form of graphic-visual artifacts. However, although this role has become central in relation to the changing demands coming from the community and although the multiple applications often identify answers of high specificity, the origins of drawing remain strongly rooted precisely in its primal nature as one of the most effective, versatile and widespread communication languages and, precisely because of this, capable of developing solutions for the most complex problems. Investigating the communicative matrix of drawing, understood as the common denominator of a wide and plural range of design declinations, is thus configured as a necessary act in the contemporary context of an increasingly diversified and specialized research, with the intention of recognizing its origins, acquiring renewed awareness of it and reverberating them in the daily practice of representation and design. Drawing means using a language made of graphic signs but also of relationships, communicative intentions and interpretations of reality. From this perspective, drawing is not merely an illustrative tool, but is instead an expressive, cognitive and critical medium capable of shaping thought and transforming it into shared communication. Recognizing the identity between drawing and language then means restoring to drawing its role as a bridge between perception and production, between representation and thought, between silence and communication.

Disegno e comunicazione grafica possono essere assunti come concetti equivalenti; il disegno, infatti, ha sempre lo scopo di trasmettere un messaggio attraverso un linguaggio alternativo a quello verbale e la sua natura comunicativa è implicita. A partire dalla formulazione di questa posizione, teorizzata 25 anni fa da Manfredo Massironi a supporto della sua celebre tassonomia della produzione grafica, è possibile osservare come l’area disciplinare del Disegno si sia nel tempo evoluta fino a configurarsi oggi come un settore della ricerca non soltanto capace di proporre rappresentazioni e traduzioni grafiche efficaci, ma anche di dare risposte alle domande emergenti dalla società contemporanea attraverso ricerche problem-driven e una pluralità di progetti e soluzioni sotto la forma di artefatti grafico-visivi. Tuttavia, sebbene questo ruolo sia diventato centrale in relazione alle mutevoli istanze provenienti dalla collettività e sebbene le molteplici applicazioni individuino spesso risposte di elevata specificità, le origini del disegno rimangono fortemente radicate proprio nella sua natura primigenia di linguaggio di comunicazione tra i più efficaci, versatili e diffusi e, proprio in virtù di questo, capace di sviluppare soluzioni per le problematiche più complesse. Indagare la matrice comunicativa del disegno, intesa come denominatore comune di una gamma ampia e plurale di declinazioni progettuali, si configura dunque come un atto necessario nel contesto contemporaneo di una ricerca sempre più diversificata e specialistica, con l’intento di riconoscere le sue origini, acquisirne rinnovata consapevolezza e riverberarle nella pratica quotidiana della rappresentazione e del progetto. Disegnare significa usare un linguaggio fatto di segni grafici ma anche di relazioni, intenzioni comunicative e interpretazioni del reale. In questa prospettiva, il disegno non è un semplice strumento illustrativo, ma è invece un mezzo espressivo, cognitivo e critico, capace di mettere in forma il pensiero e di trasformarlo in comunicazione condivisa. Riconoscere l’identità tra disegno e linguaggio significa allora restituire al disegno il ruolo di ponte tra percezione e produzione, tra rappresentazione e pensiero, tra silenzio e comunicazione.