La fibrillazione atriale è l’aritmia più frequente nel cavallo e può insorgere in assenza di modificazioni strutturali cardiache, oppure secondariamente ad alterazioni dell’anatomia e della cinetica cardiaca nonché a variazioni emodinamiche e pressorie. La fibrillazione atriale può inoltre manifestarsi in maniera continua o parossistica, a seconda del suo tempo di persistenza, ed è frequentemente responsabile di deterioramento delle prestazioni atletiche del cavallo sportivo. La diagnosi strumentale di questa aritmia si basa sul rilievo, mediante esame ECG standard per le forme continue o monitoraggio Holter o telemetrico per quelle parossistiche, di intervalli R-R irregolari, assenza di onde P e presenza di onde f di fibrillazione. L’esecuzione dell’esame ecocardiografico è generalmente necessario per verificare la presenza di modificazioni anatomiche in grado di influenzare negativamente il giudizio prognostico. Animali con segni di insufficienza cardiaca congestizia e frequenza cardiaca superiore a 60 bpm hanno scarsa tendenza alla cardioversione e alta probabilità di recidiva nonostante la terapia. Al contrario la prognosi è eccellente in animali senza segni di insufficienza cardiaca congestizia, frequenza cardiaca inferiore a 60 bpm e persistenza dell’aritmia inferiore a 4 mesi, con elevate probabilità di tornare all’attività agonistica. La cardioversione viene generalmente eseguita mediante somministrazione orale di chinidina solfato negli animali che presentano fibrillazione atriale da più di 2 settimane o tramite chinidina gluconato per via endovenosa nei casi di più recente insorgenza. Negli ultimi anni sono stati proposti numerosi protocolli terapeutici alternativi basati sull’impiego di farmaci diversi (propafenone, -bloccanti e flecainide acetato) o di defibrillatori elettrici, con risultati controversi e scarsa diffusione. Nella presente comunicazione vengono descritti i rilievi clinici diretti, strumentali e di laboratorio relativi ad un cavallo trottatore, castrone di 4 anni presentato con anamnesi di intolleranza all’esercizio, in cui è stata diagnosticata fibrillazione atriale con frequenza media di risposta ventricolare pari a 45 bpm, associata ad insufficienza della valvola mitralica e rottura di una corda tendinea del suo lembo settale. Mancando i presupposti clinici per il trattamento chinidinico, si è optato per un approccio terapeutico ritenuto meno rischioso ed è stata tentata una cardioversione farmacologica alternativa. Sono stati somministrati 2 mg/Kg di peso corporeo di flecainide acetato in soluzione acquosa per infusione endovenosa continua perdurata 10 min e di tale composto è stata determinata la farmacocinetica delle 24 ore dall’inoculo. Nonostante siano stati osservati momenti di organizzazione dell’attività elettrica atriale e ventricolare all’ECG, che comunemente precedono il ripristino del ritmo fisiologico, non è stata ottenuta la conversione al ritmo sinusale. Il soggetto è stato perciò messo a riposo in paddock, sconsigliando qualunque impiego che preveda attività fisica impegnativa.

Fibrillazione atriale associata a rottura di una corda tendinea della valvola mitralica in un cavallo trottatore.

BIRETTONI, Francesco;DELLA ROCCA, Giorgia;DI SALVO, Alessandra;PORCIELLO, Francesco
2006

Abstract

La fibrillazione atriale è l’aritmia più frequente nel cavallo e può insorgere in assenza di modificazioni strutturali cardiache, oppure secondariamente ad alterazioni dell’anatomia e della cinetica cardiaca nonché a variazioni emodinamiche e pressorie. La fibrillazione atriale può inoltre manifestarsi in maniera continua o parossistica, a seconda del suo tempo di persistenza, ed è frequentemente responsabile di deterioramento delle prestazioni atletiche del cavallo sportivo. La diagnosi strumentale di questa aritmia si basa sul rilievo, mediante esame ECG standard per le forme continue o monitoraggio Holter o telemetrico per quelle parossistiche, di intervalli R-R irregolari, assenza di onde P e presenza di onde f di fibrillazione. L’esecuzione dell’esame ecocardiografico è generalmente necessario per verificare la presenza di modificazioni anatomiche in grado di influenzare negativamente il giudizio prognostico. Animali con segni di insufficienza cardiaca congestizia e frequenza cardiaca superiore a 60 bpm hanno scarsa tendenza alla cardioversione e alta probabilità di recidiva nonostante la terapia. Al contrario la prognosi è eccellente in animali senza segni di insufficienza cardiaca congestizia, frequenza cardiaca inferiore a 60 bpm e persistenza dell’aritmia inferiore a 4 mesi, con elevate probabilità di tornare all’attività agonistica. La cardioversione viene generalmente eseguita mediante somministrazione orale di chinidina solfato negli animali che presentano fibrillazione atriale da più di 2 settimane o tramite chinidina gluconato per via endovenosa nei casi di più recente insorgenza. Negli ultimi anni sono stati proposti numerosi protocolli terapeutici alternativi basati sull’impiego di farmaci diversi (propafenone, -bloccanti e flecainide acetato) o di defibrillatori elettrici, con risultati controversi e scarsa diffusione. Nella presente comunicazione vengono descritti i rilievi clinici diretti, strumentali e di laboratorio relativi ad un cavallo trottatore, castrone di 4 anni presentato con anamnesi di intolleranza all’esercizio, in cui è stata diagnosticata fibrillazione atriale con frequenza media di risposta ventricolare pari a 45 bpm, associata ad insufficienza della valvola mitralica e rottura di una corda tendinea del suo lembo settale. Mancando i presupposti clinici per il trattamento chinidinico, si è optato per un approccio terapeutico ritenuto meno rischioso ed è stata tentata una cardioversione farmacologica alternativa. Sono stati somministrati 2 mg/Kg di peso corporeo di flecainide acetato in soluzione acquosa per infusione endovenosa continua perdurata 10 min e di tale composto è stata determinata la farmacocinetica delle 24 ore dall’inoculo. Nonostante siano stati osservati momenti di organizzazione dell’attività elettrica atriale e ventricolare all’ECG, che comunemente precedono il ripristino del ritmo fisiologico, non è stata ottenuta la conversione al ritmo sinusale. Il soggetto è stato perciò messo a riposo in paddock, sconsigliando qualunque impiego che preveda attività fisica impegnativa.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/162160
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact