Il carme dell’Anthologia Latina 389 Riese = 385 SB, In laudem Solis, tramandato dai codici Parisinus 8071 (Thuaneus) e Lipsiensis I 74, risulta assente nel Parisinus Latinus 10318 (Salmasianus). Sviluppandone le conseguenze, si parte dalla dimostrazione di Zurli, secondo il quale il carme figurava al termine dell’archetipo e quindi era presente anche nella parte mutila del Salmasiano. L’analisi testuale evidenzia le interferenze con il Carmen saeculare di Orazio, attuate sul piano della costituzione del testo in età antica (emendamento del v. 24, ove viene ripristinato ‘aequus’ dei codici ex Hor. Carm. saec. 65) e moderna (emendamento di Haupt di ‘idem’ al v. 58, influenzato dalla memoria oraziana di Carm. saec. 65); su quello del genere letterario dell’innografia politico-religiosa (conservazione delle ipostasi orientali del dio citate da Mart. Cap. Nupt. 2, 190 sgg.); su quello della conservazione culturale di matrice antiquaria in alcune élites pagane (con particolare riferimento a Zosim. Hist. 2, 1-7). Inoltre, ai fini della datatazione del carme antologizzato, sulla base del calcolo dei cicli secolari a partire dai ‘ludi’ dell’età dei Severi, si individua l’anno 534, cui si fa comunemente risalire il termine ultimo per l’assemblaggio della silloge salmasiana. Il contributo si sofferma poi sulla numerazione romana presente nel Salmasiano, al fine di provare che il suo antigrafo conteneva una silloge più ampia, dalla quale sono stati escerpiti carmi che sono confluiti in esso. Infine, si illustrano i rapporti fra regno vandalico e impero bizantino (secondo Procopio), utili a contestualizzare il carmen In laudem Solis nel clima politico-intellettuale dell’Africa settentrionale nell’anno 534.

Interferenze fra il "Carmen saeculare" di Orazio e il carme "In laudem Solis" dell’Anthologia Latina

PAOLUCCI, Paola
2008

Abstract

Il carme dell’Anthologia Latina 389 Riese = 385 SB, In laudem Solis, tramandato dai codici Parisinus 8071 (Thuaneus) e Lipsiensis I 74, risulta assente nel Parisinus Latinus 10318 (Salmasianus). Sviluppandone le conseguenze, si parte dalla dimostrazione di Zurli, secondo il quale il carme figurava al termine dell’archetipo e quindi era presente anche nella parte mutila del Salmasiano. L’analisi testuale evidenzia le interferenze con il Carmen saeculare di Orazio, attuate sul piano della costituzione del testo in età antica (emendamento del v. 24, ove viene ripristinato ‘aequus’ dei codici ex Hor. Carm. saec. 65) e moderna (emendamento di Haupt di ‘idem’ al v. 58, influenzato dalla memoria oraziana di Carm. saec. 65); su quello del genere letterario dell’innografia politico-religiosa (conservazione delle ipostasi orientali del dio citate da Mart. Cap. Nupt. 2, 190 sgg.); su quello della conservazione culturale di matrice antiquaria in alcune élites pagane (con particolare riferimento a Zosim. Hist. 2, 1-7). Inoltre, ai fini della datatazione del carme antologizzato, sulla base del calcolo dei cicli secolari a partire dai ‘ludi’ dell’età dei Severi, si individua l’anno 534, cui si fa comunemente risalire il termine ultimo per l’assemblaggio della silloge salmasiana. Il contributo si sofferma poi sulla numerazione romana presente nel Salmasiano, al fine di provare che il suo antigrafo conteneva una silloge più ampia, dalla quale sono stati escerpiti carmi che sono confluiti in esso. Infine, si illustrano i rapporti fra regno vandalico e impero bizantino (secondo Procopio), utili a contestualizzare il carmen In laudem Solis nel clima politico-intellettuale dell’Africa settentrionale nell’anno 534.
2008
9788883032356
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/163364
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