La Photobatteriosi (ex Pasteurellosi) dei pesci, sostenuta dal germe Gram negativo Photobacterium damselae ssp. piscicida (Phdp), è causa di elevata mortalità in molte specie ittiche marine. Recentemente, numerosi tentativi sono stati fatti per controllare la patologia mediante la formulazione, e quindi la valutazione dell'efficacia, di vaccini sperimentali attraverso varie vie di somministrazione. A fronte di un'efficacia ben consolidata con l'impiego di tecniche vaccinali per somministrazioni endoperitoneali e per immersione, i risultati ottenuti per somministrazione orale non hanno dato, a tutt'oggi, esiti incoraggianti. A differenza di quanto si realizza con le tecniche finora in uso, è ampiamente riconosciuto come la somministrazione orale sia ottimale in ragione di una mancata induzione stressogena negli animali una forte incidenza sul miglioramento del benessere animale, una piena riuscita dell'efficacia clinica e quindi sullo stato di salute dei pesci in allevamento. A tal fine, si stanno sperimentando tecniche di microincapsulazione aventi la funzione di rilasciare l'antigene nel tratto intestinale posteriore, zona di massimo assorbimento nelle specie ittiche, evitando possibili fenomeni di inattivazione chimica (plI) o enzimatica (proteasi) nel tratto gastro-enterico. Uno dei metodi atti a svelare la capacità di assorbimento tissutale del vaccino si avvale dì indagini immunoistochimiche che permettono di dimostrare l'effettiva presenza dell'antigene nel soggetto vaccinato. Phdp ha infatti la capacità di aderire a mucosa intestinale e muco cutaneo, e l'apparato digerente è considerato l'organo attraverso il quale si attua l'infezione naturale. Scopo del presente lavoro è stato quello di determinare nella spigola (Dicentrarchus labrax) la bioassimilabilità orale di due tipologie di vaccino microincapsulato anti-Phdp, attraverso metodiche immunoistochimiche ed immunocitochimiche atte a valutare l'eventuale presenza tissutale dell'antigene e la sua distribuzione cellulare. Le indagini di microscopia ottica ed elettronica hanno evidenziato la presenza dell'antigene vaccinale all'interno degli enterociti, dimostrandone la capacità di assorbimento attraverso fenomeni di adesione ed invasione delle cellule epiteliali intestinali, stazionando all'interno di formazioni vacuolari di probabile origine fagosomiale.

Studio sul miglioramento della bioassimilabilità orale di una vaccino anti- photobacterium damselae subsp. piscicida nella spigola (Dicentrarchus labrax).

DI SALVO, Alessandra;DELLA ROCCA, Giorgia;MALVISI, Jose'
2006

Abstract

La Photobatteriosi (ex Pasteurellosi) dei pesci, sostenuta dal germe Gram negativo Photobacterium damselae ssp. piscicida (Phdp), è causa di elevata mortalità in molte specie ittiche marine. Recentemente, numerosi tentativi sono stati fatti per controllare la patologia mediante la formulazione, e quindi la valutazione dell'efficacia, di vaccini sperimentali attraverso varie vie di somministrazione. A fronte di un'efficacia ben consolidata con l'impiego di tecniche vaccinali per somministrazioni endoperitoneali e per immersione, i risultati ottenuti per somministrazione orale non hanno dato, a tutt'oggi, esiti incoraggianti. A differenza di quanto si realizza con le tecniche finora in uso, è ampiamente riconosciuto come la somministrazione orale sia ottimale in ragione di una mancata induzione stressogena negli animali una forte incidenza sul miglioramento del benessere animale, una piena riuscita dell'efficacia clinica e quindi sullo stato di salute dei pesci in allevamento. A tal fine, si stanno sperimentando tecniche di microincapsulazione aventi la funzione di rilasciare l'antigene nel tratto intestinale posteriore, zona di massimo assorbimento nelle specie ittiche, evitando possibili fenomeni di inattivazione chimica (plI) o enzimatica (proteasi) nel tratto gastro-enterico. Uno dei metodi atti a svelare la capacità di assorbimento tissutale del vaccino si avvale dì indagini immunoistochimiche che permettono di dimostrare l'effettiva presenza dell'antigene nel soggetto vaccinato. Phdp ha infatti la capacità di aderire a mucosa intestinale e muco cutaneo, e l'apparato digerente è considerato l'organo attraverso il quale si attua l'infezione naturale. Scopo del presente lavoro è stato quello di determinare nella spigola (Dicentrarchus labrax) la bioassimilabilità orale di due tipologie di vaccino microincapsulato anti-Phdp, attraverso metodiche immunoistochimiche ed immunocitochimiche atte a valutare l'eventuale presenza tissutale dell'antigene e la sua distribuzione cellulare. Le indagini di microscopia ottica ed elettronica hanno evidenziato la presenza dell'antigene vaccinale all'interno degli enterociti, dimostrandone la capacità di assorbimento attraverso fenomeni di adesione ed invasione delle cellule epiteliali intestinali, stazionando all'interno di formazioni vacuolari di probabile origine fagosomiale.
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