È opinione condivisa che la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro non siano più garantibili con i tradizionali servizi di medicina occupazionale (OHS) e che occorra pensare a nuovi modelli di intervento, come quello da qualche anno introdotto in Europa, anche con un forte sostegno della Commissione Europea. In questo ambito, tuttavia, rimangono alti gli indicatori negativi, in particolare in certi Paesi ed in certi settori lavorativi. E’ evidente dunque che, oltre ai modelli che si applicano allo specifico, bisogna allargare il discorso al lavoro nel suo complesso, al sistema delle imprese, al contesto internazionale globalizzato e quindi ridiscutere i problemi del welfare state e della sicurezza sociale. Il contesto europeo (relativo alla salute dei lavoratori ma non solo) è attraversato da profonde trasformazioni: un senso di perdita di controllo da parte diesponenstrati della società occidentale si accompagna a forti aspettative dei nuovi partner dell’Est Europa disegnando un quadro di riferimento per la sanità pubblica frastagliato e complesso. Vengono quindi analizzati i fattori di crisi che caratterizzano il mondo del lavoro, le modificazioni connesse ai nuovi indirizzi dell’economia mondiale ed alle sue ripercussioni sui sistemi sanitari (riduzione della spesa pubblica, detassazione, flessibilità del lavoro…). Sono presentate alcune possibili risposte sul piano tecnico, dove gli esperti sono chiamati a dare informazioni sempre più puntuali a chi deve decidere (politici, lavoratori, imprenditori) e su quello più strettamente politico per riformare il welfare. Il piano di investimenti, riprendendo quanto suggerito da Gosta Esping-Andersen dovrebbe essere basato su cinque pilastri: una politica della famiglia orientata ai figli, una politica sanitaria basata sulla prevenzione, politiche che favoriscano le donne, qualità nella vita lavorativa e contratto generazionale. Gli autori concludono illustrando il contributo che il Network Europeo per la Promozione della Salute può dare nel raggiungere gli obiettivi fissati a Lisbona dalla Comunità Europea: creazione di un Europa competitiva e socialmente coesa. Contribuire alla creazione di un Europa in salute sviluppando una base di conoscenze sulla promozione della salute comune, che funga anche come sostegno agli investimenti in questo campo. Questa base comune grazie alla condivisione dei modelli di buona pratica sosterrà e faciliterà il lavoro dei network nazionali garantendo un punto di unione tra le politiche del lavoro e le politiche di salute.

Salute e sicurezza del lavoro nell’Europa allargata. Riformare la sicurezza sociale, sostenere lo sviluppo economico

BRIZIARELLI, Lamberto;MASANOTTI, Giuseppe Michele
2005

Abstract

È opinione condivisa che la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro non siano più garantibili con i tradizionali servizi di medicina occupazionale (OHS) e che occorra pensare a nuovi modelli di intervento, come quello da qualche anno introdotto in Europa, anche con un forte sostegno della Commissione Europea. In questo ambito, tuttavia, rimangono alti gli indicatori negativi, in particolare in certi Paesi ed in certi settori lavorativi. E’ evidente dunque che, oltre ai modelli che si applicano allo specifico, bisogna allargare il discorso al lavoro nel suo complesso, al sistema delle imprese, al contesto internazionale globalizzato e quindi ridiscutere i problemi del welfare state e della sicurezza sociale. Il contesto europeo (relativo alla salute dei lavoratori ma non solo) è attraversato da profonde trasformazioni: un senso di perdita di controllo da parte diesponenstrati della società occidentale si accompagna a forti aspettative dei nuovi partner dell’Est Europa disegnando un quadro di riferimento per la sanità pubblica frastagliato e complesso. Vengono quindi analizzati i fattori di crisi che caratterizzano il mondo del lavoro, le modificazioni connesse ai nuovi indirizzi dell’economia mondiale ed alle sue ripercussioni sui sistemi sanitari (riduzione della spesa pubblica, detassazione, flessibilità del lavoro…). Sono presentate alcune possibili risposte sul piano tecnico, dove gli esperti sono chiamati a dare informazioni sempre più puntuali a chi deve decidere (politici, lavoratori, imprenditori) e su quello più strettamente politico per riformare il welfare. Il piano di investimenti, riprendendo quanto suggerito da Gosta Esping-Andersen dovrebbe essere basato su cinque pilastri: una politica della famiglia orientata ai figli, una politica sanitaria basata sulla prevenzione, politiche che favoriscano le donne, qualità nella vita lavorativa e contratto generazionale. Gli autori concludono illustrando il contributo che il Network Europeo per la Promozione della Salute può dare nel raggiungere gli obiettivi fissati a Lisbona dalla Comunità Europea: creazione di un Europa competitiva e socialmente coesa. Contribuire alla creazione di un Europa in salute sviluppando una base di conoscenze sulla promozione della salute comune, che funga anche come sostegno agli investimenti in questo campo. Questa base comune grazie alla condivisione dei modelli di buona pratica sosterrà e faciliterà il lavoro dei network nazionali garantendo un punto di unione tra le politiche del lavoro e le politiche di salute.
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