A partire da una lettura di due recenti pubblicazioni sugli zoo humains, l’articolo ripercorre alcuni itinerari tra industria dello spettacolo, medicina e antropologia, nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento. Nelle grandi esposizioni universali, in Europa e negli Stati Uniti, “individui esotici” furono esposti allo sguardo curioso dei visitatori dentro villaggi appositamente ricostruiti. In quelle esibizioni si incontravano le politiche imprenditoriali di alcuni impresari, l’osservazione scientifica di alcuni esponenti di spicco delle scienze umane e le strategie comunicative della nascente industria dello spettacolo. La ricostruzione delle esibizioni dei nativi coloniali, messe a punto nella fabbricazione mediatica dei freak shows, non può essere condotta separatamente dallo studio dei rapporti complessi e ramificati tra nuove pratiche scientifiche, strategie di comunicazione pubblica e politiche coloniali. Nella maggior parte dei casi, infatti, gli scienziati del tempo si confrontavano in vari modi con la gestione dell’ordine e la salvaguardia della salute pubblica sia negli stati-nazione europei, sia nelle colonie d’oltremare. In particolare, hanno avuto notevole rilievo l’antropometria, la statistica e la medicina sociale. In questo quadro, le tecnologie impiegate per la documentazione scientifica dei fenomeni umani hanno influito in modo decisivo sul rapporto tra costruzione dell’alterità esotica e riproduzione mimetica. L’intreccio fra nuovi media, spettacolo di massa e “trattamento scientifico” delle “differenze” corporee, pur con “fratture” e “amnesie”, prosegue sino alla nascita e allo sviluppo del documentario medico.
Colonialismo, orientalismo e irriducibili “differenze” corporee. A proposito di Zoos humains, industria dello spettacolo e scienze umane tra Otto e Novecento
MINELLI, MASSIMILIANO
2003
Abstract
A partire da una lettura di due recenti pubblicazioni sugli zoo humains, l’articolo ripercorre alcuni itinerari tra industria dello spettacolo, medicina e antropologia, nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento. Nelle grandi esposizioni universali, in Europa e negli Stati Uniti, “individui esotici” furono esposti allo sguardo curioso dei visitatori dentro villaggi appositamente ricostruiti. In quelle esibizioni si incontravano le politiche imprenditoriali di alcuni impresari, l’osservazione scientifica di alcuni esponenti di spicco delle scienze umane e le strategie comunicative della nascente industria dello spettacolo. La ricostruzione delle esibizioni dei nativi coloniali, messe a punto nella fabbricazione mediatica dei freak shows, non può essere condotta separatamente dallo studio dei rapporti complessi e ramificati tra nuove pratiche scientifiche, strategie di comunicazione pubblica e politiche coloniali. Nella maggior parte dei casi, infatti, gli scienziati del tempo si confrontavano in vari modi con la gestione dell’ordine e la salvaguardia della salute pubblica sia negli stati-nazione europei, sia nelle colonie d’oltremare. In particolare, hanno avuto notevole rilievo l’antropometria, la statistica e la medicina sociale. In questo quadro, le tecnologie impiegate per la documentazione scientifica dei fenomeni umani hanno influito in modo decisivo sul rapporto tra costruzione dell’alterità esotica e riproduzione mimetica. L’intreccio fra nuovi media, spettacolo di massa e “trattamento scientifico” delle “differenze” corporee, pur con “fratture” e “amnesie”, prosegue sino alla nascita e allo sviluppo del documentario medico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.