In Italia e in diversi altri contesti nazionali, la competizione partitica è divenuta nel corso degli ultimi decenni più complessa e sempre meno prevedibile. La volatilità dei risultati elettorali suggerisce che gli elettori, quando sono chiamati ad esprimere le proprie preferenze di voto in più occasioni, non sempre confermano la propria scelta, comportandosi in modo coerente. La scoperta del fenomeno degli “elettori in movimento” – ovvero di elettori che decidono di cambiare la propria scelta di voto da un’elezione all’altra – ha sollecitato negli anni crescente interesse, anche nell’ambito della letteratura internazionale, verso lo studio dei movimenti di voto (o flussi elettorali). Rilevanti flussi di voto sono stati osservati tra elezioni politiche in Italia (De Sio, 2009), nel Regno Unito (Alvarez R.M. et al., 2006), in Canada (Antweiler W., 2007) e in Germania (Herrmann M. and Pappi F.U., 2008). Le difformità nelle scelte di voto tra elezioni politiche e regionali sono state oggetto di studio in Canada e, in ambito Europeo, in Spagna - dove coesistono forti identità a livello regionale e locale. Negli Stati Uniti, un certa mobilità elettorale è stata osservata anche tra elezioni presidenziali e parlamentari (Brunell et al., 2009). Questi contributi si differenziano sotto diversi aspetti. Alcuni sono diretti primariamente allo studio dell’intensità dei flussi elettorali; altri si concentrano sull’analisi degli aspetti istituzionali che favoriscono il fenomeno dei trasferimenti di voto da un partito ad un altro; altri, ancora, riguardano lo studio dei flussi elettorali tra elezioni dello stesso livello (il cd. horizontal ticket splitting) e tra elezioni di livelli di governo diversi (il cd. vertical ticket splitting). Questo articolo si propone di dare un contributo alla comprensione del fenomeno degli elettori in movimento in Umbria, ripercorrendo alcuni dei risultati emersi dalle stime dei flussi condotte nell’ambito della ormai consolidata collaborazione tra l’Agenzia Umbria Ricerche e il Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica del nostro Ateneo. Lo studio riguarda essenzialmente l’ultima tornata elettorale del 2009, nella quale si sono tenute nel medesimo giorno elezioni europee, provinciali e comunali. Ciò consente, in primo luogo, di analizzare il “voto disgiunto”, ovvero dato a liste diverse nelle diverse elezioni tenute contestualmente. Per le elezioni provinciali e comunali vengono anche analizzati i flussi che si sono determinati rispetto alle elezioni omogenee precedenti (del 2004). Lo studio affronta per primo il voto europeo, con riferimento al quale si è ritenuto utile ampliare l’analisi ad un arco temporale maggiore, gli ultimi dieci anni (dal 1999 al 2009), durante i quali il voto “politico” in Umbria è cambiato notevolmente, determinando una riduzione progressiva dello storico vantaggio che lo schieramento di Centro sinistra ha sempre avuto su quello di Centro destra, e che si è concluso con il “sorpasso” del PdL sul PD avvenuto in occasione dell’ultima tornata elettorale. L’analisi dei flussi si propone di valutare in che misura su tale andamento elettorale hanno inciso l’astensionismo differenziale, la mobilità tra schieramenti e quella tra liste entro gli schieramenti. L’analisi del voto disgiunto è il secondo obiettivo di questo lavoro. In particolare si intende analizzare come si modifica il comportamento elettorale quando dalla scelta espressa alle elezioni europee (del 2009), che si ipotizza essere prevalentemente motivata da appartenenza politica e orientamento ideologico, si passa a quelle espresse alle provinciali, più dense di motivazioni e peculiarità locali. L’analisi è fondata sullo studio dei flussi elettorali tra le due elezioni contestuali stimati con riferimento alle due città capoluogo di provincia, Perugia e Terni. In ultimo, l’articolo si propone di ripercorrere i cambiamenti più recenti nelle scelte di voto tra elezioni amministrative omogenee: per le due province di Perugia e Terni dal 2004 al 2009; per le elezioni comunali, sempre dal 2004 al 2009, relativamente ai Comuni di Perugia, Terni, Foligno, Spoleto e Orvieto. L’articolo è organizzato come segue. Nel paragrafo 2 vengono richiamati i principali aspetti metodologici della stima dei flussi elettorali. Successivamente, vengono analizzati i risultati delle stime dei flussi alle elezioni europee nel decennio compreso tra il 1999 e il 2009 (paragrafo 3), tra elezioni europee e provinciali del 2009 (paragrafo 4), tra provinciali del 2004 e quelle del 2009 (paragrafo 5.1) e, infine, tra elezioni comunali del 2004 e del 2009 (paragrafo 5.2). Alcune considerazioni di sintesi concludono il lavoro (paragrafo 6).

Le elezioni del 2009 in Umbria: il contributo interpretativo dell’analisi dei flussi

GNALDI, MICHELA;
2010

Abstract

In Italia e in diversi altri contesti nazionali, la competizione partitica è divenuta nel corso degli ultimi decenni più complessa e sempre meno prevedibile. La volatilità dei risultati elettorali suggerisce che gli elettori, quando sono chiamati ad esprimere le proprie preferenze di voto in più occasioni, non sempre confermano la propria scelta, comportandosi in modo coerente. La scoperta del fenomeno degli “elettori in movimento” – ovvero di elettori che decidono di cambiare la propria scelta di voto da un’elezione all’altra – ha sollecitato negli anni crescente interesse, anche nell’ambito della letteratura internazionale, verso lo studio dei movimenti di voto (o flussi elettorali). Rilevanti flussi di voto sono stati osservati tra elezioni politiche in Italia (De Sio, 2009), nel Regno Unito (Alvarez R.M. et al., 2006), in Canada (Antweiler W., 2007) e in Germania (Herrmann M. and Pappi F.U., 2008). Le difformità nelle scelte di voto tra elezioni politiche e regionali sono state oggetto di studio in Canada e, in ambito Europeo, in Spagna - dove coesistono forti identità a livello regionale e locale. Negli Stati Uniti, un certa mobilità elettorale è stata osservata anche tra elezioni presidenziali e parlamentari (Brunell et al., 2009). Questi contributi si differenziano sotto diversi aspetti. Alcuni sono diretti primariamente allo studio dell’intensità dei flussi elettorali; altri si concentrano sull’analisi degli aspetti istituzionali che favoriscono il fenomeno dei trasferimenti di voto da un partito ad un altro; altri, ancora, riguardano lo studio dei flussi elettorali tra elezioni dello stesso livello (il cd. horizontal ticket splitting) e tra elezioni di livelli di governo diversi (il cd. vertical ticket splitting). Questo articolo si propone di dare un contributo alla comprensione del fenomeno degli elettori in movimento in Umbria, ripercorrendo alcuni dei risultati emersi dalle stime dei flussi condotte nell’ambito della ormai consolidata collaborazione tra l’Agenzia Umbria Ricerche e il Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica del nostro Ateneo. Lo studio riguarda essenzialmente l’ultima tornata elettorale del 2009, nella quale si sono tenute nel medesimo giorno elezioni europee, provinciali e comunali. Ciò consente, in primo luogo, di analizzare il “voto disgiunto”, ovvero dato a liste diverse nelle diverse elezioni tenute contestualmente. Per le elezioni provinciali e comunali vengono anche analizzati i flussi che si sono determinati rispetto alle elezioni omogenee precedenti (del 2004). Lo studio affronta per primo il voto europeo, con riferimento al quale si è ritenuto utile ampliare l’analisi ad un arco temporale maggiore, gli ultimi dieci anni (dal 1999 al 2009), durante i quali il voto “politico” in Umbria è cambiato notevolmente, determinando una riduzione progressiva dello storico vantaggio che lo schieramento di Centro sinistra ha sempre avuto su quello di Centro destra, e che si è concluso con il “sorpasso” del PdL sul PD avvenuto in occasione dell’ultima tornata elettorale. L’analisi dei flussi si propone di valutare in che misura su tale andamento elettorale hanno inciso l’astensionismo differenziale, la mobilità tra schieramenti e quella tra liste entro gli schieramenti. L’analisi del voto disgiunto è il secondo obiettivo di questo lavoro. In particolare si intende analizzare come si modifica il comportamento elettorale quando dalla scelta espressa alle elezioni europee (del 2009), che si ipotizza essere prevalentemente motivata da appartenenza politica e orientamento ideologico, si passa a quelle espresse alle provinciali, più dense di motivazioni e peculiarità locali. L’analisi è fondata sullo studio dei flussi elettorali tra le due elezioni contestuali stimati con riferimento alle due città capoluogo di provincia, Perugia e Terni. In ultimo, l’articolo si propone di ripercorrere i cambiamenti più recenti nelle scelte di voto tra elezioni amministrative omogenee: per le due province di Perugia e Terni dal 2004 al 2009; per le elezioni comunali, sempre dal 2004 al 2009, relativamente ai Comuni di Perugia, Terni, Foligno, Spoleto e Orvieto. L’articolo è organizzato come segue. Nel paragrafo 2 vengono richiamati i principali aspetti metodologici della stima dei flussi elettorali. Successivamente, vengono analizzati i risultati delle stime dei flussi alle elezioni europee nel decennio compreso tra il 1999 e il 2009 (paragrafo 3), tra elezioni europee e provinciali del 2009 (paragrafo 4), tra provinciali del 2004 e quelle del 2009 (paragrafo 5.1) e, infine, tra elezioni comunali del 2004 e del 2009 (paragrafo 5.2). Alcune considerazioni di sintesi concludono il lavoro (paragrafo 6).
2010
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/167715
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