Chaucer può essere considerato, in Inghilterra, l’“inventore” del San Valentino patrono dell’accoppiamento degli animali e anche dell’amore degli uomini nel poema onirico "The Parliament of Fowls". Al centro dell’opera c’è l’amore sentimento individuale e costruzione sociale, l’amore volto alla procreazione e l’amore capace di castità: su tutto veglia Natura che presiede al parlamento degli uccelli, nel giorno di San Valentino, il quale aggiunge sacralità all’atto naturale dell’accoppiamento per il “bene comune”. La convenzione esaltata da Chaucer anche in altri componimenti viene largamente ripresa da poeti contemporanei, come John Gower e Sir John Clanvowe, e soprattutto nel Quattrocento dai “chauceriani” inglesi e scozzesi. Nella poesia cortese e religiosa John Lydgate collega la festa di San Valentino alla fedeltà in amore degli uomini e alla sublimazione dell’amore per la Vergine e i Santi. L’uso del termine “valentine”, amato/a e biglietto amoroso, compare già nelle lettere dei Paston. Shakespeare si riferisce fugacemente a San Valentino in "A Midsummer’s Night’s Dream" e in "Hamlet". La vitalità della tradizione è testimoniata anche dalla sua dissacrazione in un poemetto dello scozzese William Dunbar, e in un epitalamio di John Donne, che aggiunge alle usuali prerogative di San Valentino connotazioni burlesche e marcatamente sessuali.
"L'immagine e il culto di San Valentino da Chaucer a Shakespeare".
TORTI, Anna
2012
Abstract
Chaucer può essere considerato, in Inghilterra, l’“inventore” del San Valentino patrono dell’accoppiamento degli animali e anche dell’amore degli uomini nel poema onirico "The Parliament of Fowls". Al centro dell’opera c’è l’amore sentimento individuale e costruzione sociale, l’amore volto alla procreazione e l’amore capace di castità: su tutto veglia Natura che presiede al parlamento degli uccelli, nel giorno di San Valentino, il quale aggiunge sacralità all’atto naturale dell’accoppiamento per il “bene comune”. La convenzione esaltata da Chaucer anche in altri componimenti viene largamente ripresa da poeti contemporanei, come John Gower e Sir John Clanvowe, e soprattutto nel Quattrocento dai “chauceriani” inglesi e scozzesi. Nella poesia cortese e religiosa John Lydgate collega la festa di San Valentino alla fedeltà in amore degli uomini e alla sublimazione dell’amore per la Vergine e i Santi. L’uso del termine “valentine”, amato/a e biglietto amoroso, compare già nelle lettere dei Paston. Shakespeare si riferisce fugacemente a San Valentino in "A Midsummer’s Night’s Dream" e in "Hamlet". La vitalità della tradizione è testimoniata anche dalla sua dissacrazione in un poemetto dello scozzese William Dunbar, e in un epitalamio di John Donne, che aggiunge alle usuali prerogative di San Valentino connotazioni burlesche e marcatamente sessuali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.