Nel presente lavoro si affrontano le problematiche della c.d. “applicazione diretta” della Costituzione da parte del giudice comune, volendo racchiudere in tale sintagma non solo le questioni sorte al momento dell’entrata in vigore della Costituzione, quali le peculiari caratteristiche del testo costituzionale ed, in particolare, il dibattito intorno alla natura precettiva o programmatica delle norme costituzionali, nonché quello parallelo in merito al riconoscimento di una possibile vis abrogativa della Costituzione (e di successive revisioni costituzionali) rispetto alla legislazione anteriore che risulti in contrasto, ma anche la tematica relativa alla possibile applicazione diretta della sola disposizione costituzionale che sia sufficiente, da sé, per il riconoscimento di un diritto e la conseguente risoluzione di una controversia, come anche la possibilità di utilizzare le norme costituzionali per il riconoscimento di regole da applicare nei rapporti tra privati (c.d. Drittwirkung). In relazione ai diversi profili di individuazione di una possibile applicazione diretta della Costituzione, intesa cioè, più latamente, come strumento normativo utilizzato dal giudice, sono state affrontate, poi, le problematiche relative alla c.d. interpretazione conforme a Costituzione o adeguatrice che ormai i giudici devono sempre compiere, a seguito dell’indicazione “obbligata” della Corte costituzionale, in un’ottica giustificata dalla necessità di una coerenza interna che ogni ordinamento richiederebbe, sempre e comunque, tramite il mezzo dell’interpretazione sistematica. Il tal senso, ci si è soffermati, in particolare, sul rapporto tra giudice comune e Corte costituzionale in ordine alla delimitazione dei rispettivi e reciproci ruoli e funzioni, soprattutto alla luce delle necessarie considerazioni che comporta la frequente osservazione secondo cui l’obbligo di interpretazione conforme rilascerebbe in mano al giudice una sorta di “controllo diffuso di costituzionalità”, laddove, scegliendo la propria interpretazione costituzionalmente orientata ed evitando, in tal modo, il ricorso alla Corte, la norma prescelta per la risoluzione del caso resterebbe, di fatto, svincolata dal controllo di costituzionalità accentrato.

Giudice comune e Costituzione: il problema dell'applicazione diretta del testo costituzionale

MANNELLA, FEDERICA
2010

Abstract

Nel presente lavoro si affrontano le problematiche della c.d. “applicazione diretta” della Costituzione da parte del giudice comune, volendo racchiudere in tale sintagma non solo le questioni sorte al momento dell’entrata in vigore della Costituzione, quali le peculiari caratteristiche del testo costituzionale ed, in particolare, il dibattito intorno alla natura precettiva o programmatica delle norme costituzionali, nonché quello parallelo in merito al riconoscimento di una possibile vis abrogativa della Costituzione (e di successive revisioni costituzionali) rispetto alla legislazione anteriore che risulti in contrasto, ma anche la tematica relativa alla possibile applicazione diretta della sola disposizione costituzionale che sia sufficiente, da sé, per il riconoscimento di un diritto e la conseguente risoluzione di una controversia, come anche la possibilità di utilizzare le norme costituzionali per il riconoscimento di regole da applicare nei rapporti tra privati (c.d. Drittwirkung). In relazione ai diversi profili di individuazione di una possibile applicazione diretta della Costituzione, intesa cioè, più latamente, come strumento normativo utilizzato dal giudice, sono state affrontate, poi, le problematiche relative alla c.d. interpretazione conforme a Costituzione o adeguatrice che ormai i giudici devono sempre compiere, a seguito dell’indicazione “obbligata” della Corte costituzionale, in un’ottica giustificata dalla necessità di una coerenza interna che ogni ordinamento richiederebbe, sempre e comunque, tramite il mezzo dell’interpretazione sistematica. Il tal senso, ci si è soffermati, in particolare, sul rapporto tra giudice comune e Corte costituzionale in ordine alla delimitazione dei rispettivi e reciproci ruoli e funzioni, soprattutto alla luce delle necessarie considerazioni che comporta la frequente osservazione secondo cui l’obbligo di interpretazione conforme rilascerebbe in mano al giudice una sorta di “controllo diffuso di costituzionalità”, laddove, scegliendo la propria interpretazione costituzionalmente orientata ed evitando, in tal modo, il ricorso alla Corte, la norma prescelta per la risoluzione del caso resterebbe, di fatto, svincolata dal controllo di costituzionalità accentrato.
2010
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/170970
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact