Il paesaggio ormai è una realtà condivisa, consolidata e, talora, inflazionata nella sua accezione tradizionale e oggetto di studio da parte di diverse competenze e professionalità. Il paesaggio raccontato dagli architetti, da geografi, geologi e naturalisti viene scomposto ed analizzato nei suoi parametri, elementi e caratteristiche. Ogni settore di conoscenza e ricerca vede e studia uno specifico dettaglio tecnico, teorico o reale, mentre di norma sfugge la razionale consapevolezza della dimensione emozionale del paesaggio che, invece, inconsapevolmente è quella che, impattante o sopita, ne è la più immediata messaggera. Sia sotto il profilo scientifico sia didattico o della comunicazione l’emozione può emergere naturale o spontanea dai luoghi o può essere indotta attraverso strumenti non tradizionali: un quadro d’autore, un brano musicale, un passo della Divina Commedia, un cartone animato, lo spezzone di un film, un video musicale, ecc. Emozione è… la suggestione psicologica di un sito, lo scenario ambientale di un passato reale o immaginato, i colori delle immagini o dei più reconditi luoghi che esse evocano, l’intimo sensoriale, psicologico assolutamente privato, ma allo stesso tempo condivisibile. I luoghi più diversi, quotidiani e scontati sono portatori di messaggi e immagini che vanno colte con gli occhi di chi sa guardare; anche un mercato all’ingrosso del pesce di una metropoli racchiude e racconta storie della terra e degli uomini e, in definitiva, evoca e trasmette uno specifico territorio ed il suo paesaggio. I colori, gli odori, i sapori dei luoghi sono esclusivi e caratteristici di un ambiente che si esprime attraverso tali segnali che colpiscono l’osservatore, diventando memoria. I nuovi mezzi multimediali ed il nuovo orientamento cinematografico mira all’acquisizione di paesaggi reali o fantastici che pilotano la narrazione delle vicende degli uomini: queste non avrebbero lo stesso impatto emotivo senza scenari straordinari o banali, ma in ogni caso significativi all’interno dello “sfondo” dell’azione. Allo stesso modo sia i cartoons del passato sia quelli digitali, ambientati in consuete realtà occidentali o esotiche atmosfere orientali, possono calare l’utente in un mondo reale o surreale e, in entrambi casi, quel paesaggio immaginario o “lenticolare” coinvolge l’attenzione e l’animo di chi guarda o legge. Nel paesaggio letterario è lo scenario ambientale il vero protagonista, che pilota il contesto narrativo ed il profilo psicologico delle vicende. L’ambiente culturale urbano è un’altra variabile del paesaggio emozionale: chi non è coinvolto emotivamente dal carnevale di Venezia? Le maschere, nella loro grande variabilità di fattura, sono la suggestione collettiva che stordisce l’osservatore, anche il più distaccato. Il paesaggio, indotto da quel particolare contesto immaginario e collettivo, trasmette le caratteristiche di una inusuale e suggestiva realtà come la laguna veneta. Paesaggio naturale e scenario storico esclusivi contestualizzano un evento che si materializza in un luogo altrettanto esclusivo. Da Giotto al Perugino, da Dante a Calvino, da Disney a Miyazaki, dall’imponente basilica di S.Francesco in Assisi fino alla modesta chiesetta in un borgo del Trasimeno, apparentemente banale nella sua quotidianità, dal maestoso tracciato del fiume Colorado al semplice corso d’acqua che attraversa un paese, emerge per chi abbia “occhi per vedere”, un paesaggio unico nel suo genere. Il paesaggio intangibile, reale o ricostruito, immaginario o descritto, dipinto o sentito è di grande ruolo nella comunicazione dei più diversi contenuti. Comunicare e trasmettere le informazioni attraverso le emozioni dei luoghi è una straordinaria opportunità che va colta e incrementata. L’idea si materializza nell’immagine che talora è illusione, o emozione, ma in ogni caso rappresentazione del paesaggio culturale.

Paesaggio emozionale: mezzi reali, immaginari o virtuali nella comunicazione e per la comunicazione dei luoghi

GREGORI, Lucilia
2010

Abstract

Il paesaggio ormai è una realtà condivisa, consolidata e, talora, inflazionata nella sua accezione tradizionale e oggetto di studio da parte di diverse competenze e professionalità. Il paesaggio raccontato dagli architetti, da geografi, geologi e naturalisti viene scomposto ed analizzato nei suoi parametri, elementi e caratteristiche. Ogni settore di conoscenza e ricerca vede e studia uno specifico dettaglio tecnico, teorico o reale, mentre di norma sfugge la razionale consapevolezza della dimensione emozionale del paesaggio che, invece, inconsapevolmente è quella che, impattante o sopita, ne è la più immediata messaggera. Sia sotto il profilo scientifico sia didattico o della comunicazione l’emozione può emergere naturale o spontanea dai luoghi o può essere indotta attraverso strumenti non tradizionali: un quadro d’autore, un brano musicale, un passo della Divina Commedia, un cartone animato, lo spezzone di un film, un video musicale, ecc. Emozione è… la suggestione psicologica di un sito, lo scenario ambientale di un passato reale o immaginato, i colori delle immagini o dei più reconditi luoghi che esse evocano, l’intimo sensoriale, psicologico assolutamente privato, ma allo stesso tempo condivisibile. I luoghi più diversi, quotidiani e scontati sono portatori di messaggi e immagini che vanno colte con gli occhi di chi sa guardare; anche un mercato all’ingrosso del pesce di una metropoli racchiude e racconta storie della terra e degli uomini e, in definitiva, evoca e trasmette uno specifico territorio ed il suo paesaggio. I colori, gli odori, i sapori dei luoghi sono esclusivi e caratteristici di un ambiente che si esprime attraverso tali segnali che colpiscono l’osservatore, diventando memoria. I nuovi mezzi multimediali ed il nuovo orientamento cinematografico mira all’acquisizione di paesaggi reali o fantastici che pilotano la narrazione delle vicende degli uomini: queste non avrebbero lo stesso impatto emotivo senza scenari straordinari o banali, ma in ogni caso significativi all’interno dello “sfondo” dell’azione. Allo stesso modo sia i cartoons del passato sia quelli digitali, ambientati in consuete realtà occidentali o esotiche atmosfere orientali, possono calare l’utente in un mondo reale o surreale e, in entrambi casi, quel paesaggio immaginario o “lenticolare” coinvolge l’attenzione e l’animo di chi guarda o legge. Nel paesaggio letterario è lo scenario ambientale il vero protagonista, che pilota il contesto narrativo ed il profilo psicologico delle vicende. L’ambiente culturale urbano è un’altra variabile del paesaggio emozionale: chi non è coinvolto emotivamente dal carnevale di Venezia? Le maschere, nella loro grande variabilità di fattura, sono la suggestione collettiva che stordisce l’osservatore, anche il più distaccato. Il paesaggio, indotto da quel particolare contesto immaginario e collettivo, trasmette le caratteristiche di una inusuale e suggestiva realtà come la laguna veneta. Paesaggio naturale e scenario storico esclusivi contestualizzano un evento che si materializza in un luogo altrettanto esclusivo. Da Giotto al Perugino, da Dante a Calvino, da Disney a Miyazaki, dall’imponente basilica di S.Francesco in Assisi fino alla modesta chiesetta in un borgo del Trasimeno, apparentemente banale nella sua quotidianità, dal maestoso tracciato del fiume Colorado al semplice corso d’acqua che attraversa un paese, emerge per chi abbia “occhi per vedere”, un paesaggio unico nel suo genere. Il paesaggio intangibile, reale o ricostruito, immaginario o descritto, dipinto o sentito è di grande ruolo nella comunicazione dei più diversi contenuti. Comunicare e trasmettere le informazioni attraverso le emozioni dei luoghi è una straordinaria opportunità che va colta e incrementata. L’idea si materializza nell’immagine che talora è illusione, o emozione, ma in ogni caso rappresentazione del paesaggio culturale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/171011
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