I recenti sviluppi degli studi comparatistici hanno permesso l’emersione di una serie di posizioni critiche del paradigma metodologico classico, ispirato prevalentemente alle tesi funzionaliste o strutturaliste. Il comune denominatore di tali studi critici risiede nella diversa prospettiva adottata dallo studioso, il quale non si limita più a rilevare la corrispondenza con la realtà delle proprie rappresentazioni, ma si interroga sulla capacità propria di queste rappresentazioni di modellare la realtà stessa. Il saggio, sulla scia degli studi sul postcolonialismo, nella prima parte studia le narrative, quali discorsi volti a plasmare la realtà e a veicolare determinate visioni del mondo. Le tradizioni giuridiche, attraverso la stretta correlazione con il dato culturale, i valori e la mentalità presenti in ogni esperienza giuridica, sono capaci di coglierne maggiormente il carattere mutevole, dinamico ed evolutivo. La tradizione giuridica si afferma attraverso processi selettivi che privilegiano taluni elementi a scapito di altri e possiede una valenza prescrittiva, per la quale le rappresentazioni proposte non si limitano a presentare una visione della realtà, ma sono capaci di produrre determinate conseguenze. I campi di applicazione sono molteplici. Dalle tematiche dell’armonizzazione europea, all’analisi della tradizione giuridica europea, dalla circolazione dei modelli alla geopolitica del diritto, ciò che emerge sono i caratteri fondanti della tradizione giuridica. L’immagine della tradizione giuridica che emerge si differenzia da quelle proposte dalle prospettive organicista e semiotica, in quanto prodotto del diritto inteso come narrazione, costituito da una struttura complessa, le cui singole componenti possono rinvenirsi solo attraverso una ricerca genealogica, capace di mettere in luce gli elementi che ne hanno segnato la costruzione: la storia, il conflitto e la contingenza. Nella seconda parte il saggio si dedica ad una riconsiderazione della metodologia dei formanti allo scopo a) di metterne in luce la valenza ideologica insita nella dissociazione fra regole operazionali da una parte e declamazioni contenute nei testi e/o le loro giustificazioni teoriche, b) di proporre un’ analisi dell’impatto distributivo delle singole regole nei vari ordinamenti.
LA COSTRUZIONE DELLE TRADIZIONI GIURIDICHE NELL’EPOCADELLA GLOBALIZZAZIONE in Atti XX Colloquio Biennale AIDC “Nuovi temi e tecniche della comparazione giuridica” Urbino 18-20 giugno 2009.
MARINI, Giovanni
2009
Abstract
I recenti sviluppi degli studi comparatistici hanno permesso l’emersione di una serie di posizioni critiche del paradigma metodologico classico, ispirato prevalentemente alle tesi funzionaliste o strutturaliste. Il comune denominatore di tali studi critici risiede nella diversa prospettiva adottata dallo studioso, il quale non si limita più a rilevare la corrispondenza con la realtà delle proprie rappresentazioni, ma si interroga sulla capacità propria di queste rappresentazioni di modellare la realtà stessa. Il saggio, sulla scia degli studi sul postcolonialismo, nella prima parte studia le narrative, quali discorsi volti a plasmare la realtà e a veicolare determinate visioni del mondo. Le tradizioni giuridiche, attraverso la stretta correlazione con il dato culturale, i valori e la mentalità presenti in ogni esperienza giuridica, sono capaci di coglierne maggiormente il carattere mutevole, dinamico ed evolutivo. La tradizione giuridica si afferma attraverso processi selettivi che privilegiano taluni elementi a scapito di altri e possiede una valenza prescrittiva, per la quale le rappresentazioni proposte non si limitano a presentare una visione della realtà, ma sono capaci di produrre determinate conseguenze. I campi di applicazione sono molteplici. Dalle tematiche dell’armonizzazione europea, all’analisi della tradizione giuridica europea, dalla circolazione dei modelli alla geopolitica del diritto, ciò che emerge sono i caratteri fondanti della tradizione giuridica. L’immagine della tradizione giuridica che emerge si differenzia da quelle proposte dalle prospettive organicista e semiotica, in quanto prodotto del diritto inteso come narrazione, costituito da una struttura complessa, le cui singole componenti possono rinvenirsi solo attraverso una ricerca genealogica, capace di mettere in luce gli elementi che ne hanno segnato la costruzione: la storia, il conflitto e la contingenza. Nella seconda parte il saggio si dedica ad una riconsiderazione della metodologia dei formanti allo scopo a) di metterne in luce la valenza ideologica insita nella dissociazione fra regole operazionali da una parte e declamazioni contenute nei testi e/o le loro giustificazioni teoriche, b) di proporre un’ analisi dell’impatto distributivo delle singole regole nei vari ordinamenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.