L’habillage della bottiglia ha la funzione di comunicare il prodotto in bottiglia all’utente competente o meno. La visita in enoteca e la sequenza delle diverse bottiglie non deve disorientare o confondere il cliente, ma deve attrarre, interessare, accendere attenzione e curiosità, comunicare quindi il vino e il suo ambiente. Tutto ciò non sempre succede e, anche se la scelta è seguita con competenza dal Sommelier, non va sottovalutato un approccio scientifico-emozionale. Dati enologici, geologici, pedologici, geomorfologici, ecc. trasmettono, insieme al paesaggio o allo specifico processo geologico/morfologico evocato dall’etichetta, l’emozione del vino. Se le informazioni di rito sono sufficienti per capire l’area di origine, la DOC/DOCG d’appartenenza e le caratteristiche enologiche del vino, non del tutto chiari o quasi assenti sono i contenuti o riferimenti al territorio/terroir ed al suo contesto fisico. Il territorio, infatti, che ha tanto ruolo nell’evoluzione del vino, dovrebbe essere più espresso nei suoi aspetti geologici e morfologici. Il reale protagonista del vino viene dimenticato e l’attenzione dell’osservatore è catalizzata solo da etichette graficamente in alcuni casi troppo “invasive”, poco accattivanti e disattente al terroir. Nomi famosi, vini d’eccellenza non hanno certo bisogno di ricorrere a mezzi per richiamare un’attenzione che è loro conferita dalla tradizione, ma anche se l’etichetta può essere graficamente essenziale, nella controetichetta colui che voglia di comprendere pienamente ciò che ruota nel bicchiere, dovrebbe poter o voler cogliere le “ragioni” di quel vino. In ogni caso, coloro che si rivolgono al vino avranno la possibilità di conoscere la sua “carta d’identità” che, comunque è sempre legata al terroir e quindi alle caratteristiche del terreno ed al territorio in genere. All’etichetta viene pertanto affidato, a primo impatto, il ruolo di comunicare emozionalmente il vino ed allora, per questo, occorre un chiaro riferimento all’ambiente naturale in cui esso si è evoluto e sviluppato al meglio. L’immagine di riferimento dovrebbe raccontare i caratteri fisici salienti dei luoghi (particolari paesaggistici, morfosculture sceniche, ecc.) che, oltre a relazionarsi con la realtà, possono essere di grande suggestione. La controetichetta, invece, dovrebbe fornire tutte quelle informazioni scientifiche s.l., sintetiche, riconducibili all’ambiente vitivinicolo, con contenuti facilmente acquisibili, ma rigorosamente scientifici e che costituiscono valore culturale aggiunto al vino. I dati enologico-enografici sono necessari e identificano tecnicamente il prodotto in bottiglia, ma il condizionamento geologico e anche, non secondaria, la suggestione del terroir non emerge. Se è vero che un vino ha specifici caratteri organolettici è pur vero che la loro descrizione non può essere avulsa dal contesto del suolo, delle rocce, dell’andamento strutturale-stratigrafico e dalla situazione morfologica, tutte variabili che, in alcuni casi, rappresentano condizioni esclusive che identificando pregevoli cru. Tutto questo bagaglio culturale sfugge poiché non raccontato nelle prime credenziali del vino che sono appunto l’etichetta e la controetichetta, che dovrebbero senz’altro informare sulla gradazione del vino o su altri parametri enologici, ma che non dovrebbero dimenticare quanto questi dipendano anche da uno scenario geologico-geomorfologico, scomparso o relitto. Specifiche dinamiche, infatti, hanno permesso che le “radici” di quel vino affondassero in suoli messi in posto da processi, datati anche 2.000.000 di anni fa. Etichetta e controetichetta sono, pertanto, uno straordinario strumento nella comunicazione geologica del vino, sottovalutata e disattesa sotto qusta prospettiva che è indissolubile dal vino, ma che permetterebbe di condividere lo spessore culturale della bottiglia. In futuro, nella comunicazione del vino sarà irrinunciabile un sempre più integrato supporto culturale, che ne permetterà la contestualizzazione ambientale e ne incrementerà il valore.

ETICHETTA E CONTROETICHETTA: COMUNICAZIONE GEOLOGICA DEL VINO

GREGORI, Lucilia
2008

Abstract

L’habillage della bottiglia ha la funzione di comunicare il prodotto in bottiglia all’utente competente o meno. La visita in enoteca e la sequenza delle diverse bottiglie non deve disorientare o confondere il cliente, ma deve attrarre, interessare, accendere attenzione e curiosità, comunicare quindi il vino e il suo ambiente. Tutto ciò non sempre succede e, anche se la scelta è seguita con competenza dal Sommelier, non va sottovalutato un approccio scientifico-emozionale. Dati enologici, geologici, pedologici, geomorfologici, ecc. trasmettono, insieme al paesaggio o allo specifico processo geologico/morfologico evocato dall’etichetta, l’emozione del vino. Se le informazioni di rito sono sufficienti per capire l’area di origine, la DOC/DOCG d’appartenenza e le caratteristiche enologiche del vino, non del tutto chiari o quasi assenti sono i contenuti o riferimenti al territorio/terroir ed al suo contesto fisico. Il territorio, infatti, che ha tanto ruolo nell’evoluzione del vino, dovrebbe essere più espresso nei suoi aspetti geologici e morfologici. Il reale protagonista del vino viene dimenticato e l’attenzione dell’osservatore è catalizzata solo da etichette graficamente in alcuni casi troppo “invasive”, poco accattivanti e disattente al terroir. Nomi famosi, vini d’eccellenza non hanno certo bisogno di ricorrere a mezzi per richiamare un’attenzione che è loro conferita dalla tradizione, ma anche se l’etichetta può essere graficamente essenziale, nella controetichetta colui che voglia di comprendere pienamente ciò che ruota nel bicchiere, dovrebbe poter o voler cogliere le “ragioni” di quel vino. In ogni caso, coloro che si rivolgono al vino avranno la possibilità di conoscere la sua “carta d’identità” che, comunque è sempre legata al terroir e quindi alle caratteristiche del terreno ed al territorio in genere. All’etichetta viene pertanto affidato, a primo impatto, il ruolo di comunicare emozionalmente il vino ed allora, per questo, occorre un chiaro riferimento all’ambiente naturale in cui esso si è evoluto e sviluppato al meglio. L’immagine di riferimento dovrebbe raccontare i caratteri fisici salienti dei luoghi (particolari paesaggistici, morfosculture sceniche, ecc.) che, oltre a relazionarsi con la realtà, possono essere di grande suggestione. La controetichetta, invece, dovrebbe fornire tutte quelle informazioni scientifiche s.l., sintetiche, riconducibili all’ambiente vitivinicolo, con contenuti facilmente acquisibili, ma rigorosamente scientifici e che costituiscono valore culturale aggiunto al vino. I dati enologico-enografici sono necessari e identificano tecnicamente il prodotto in bottiglia, ma il condizionamento geologico e anche, non secondaria, la suggestione del terroir non emerge. Se è vero che un vino ha specifici caratteri organolettici è pur vero che la loro descrizione non può essere avulsa dal contesto del suolo, delle rocce, dell’andamento strutturale-stratigrafico e dalla situazione morfologica, tutte variabili che, in alcuni casi, rappresentano condizioni esclusive che identificando pregevoli cru. Tutto questo bagaglio culturale sfugge poiché non raccontato nelle prime credenziali del vino che sono appunto l’etichetta e la controetichetta, che dovrebbero senz’altro informare sulla gradazione del vino o su altri parametri enologici, ma che non dovrebbero dimenticare quanto questi dipendano anche da uno scenario geologico-geomorfologico, scomparso o relitto. Specifiche dinamiche, infatti, hanno permesso che le “radici” di quel vino affondassero in suoli messi in posto da processi, datati anche 2.000.000 di anni fa. Etichetta e controetichetta sono, pertanto, uno straordinario strumento nella comunicazione geologica del vino, sottovalutata e disattesa sotto qusta prospettiva che è indissolubile dal vino, ma che permetterebbe di condividere lo spessore culturale della bottiglia. In futuro, nella comunicazione del vino sarà irrinunciabile un sempre più integrato supporto culturale, che ne permetterà la contestualizzazione ambientale e ne incrementerà il valore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/173480
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