Nella ricerca contemporanea di nuove forme in architettura sempre più complesse e di certo non convenzionali ed in particolare nella ricerca del loro modello interpretativo, emerge chiaramente la necessità di scomporre la forma in parti più semplici, note e facilmente riconoscibili. Pertanto nella rivelazione della forma stessa (morfofania), saranno i nostri sensi, la nostra cultura e la capacità di sintesi ad interpretare e quindi a svelare l’ignoto. Conoscere ciò che si riconosce è un semplice ma utile strumento metaprogettuale. La ricerca proposta riguarda un percorso che attraverso l’analisi delle superfici complesse, riconosce la forma architettonica, la studia, la interpreta e la traduce in materia. Pertanto la morfogenesi, partendo della scomposizione dell’oggetto in forme più semplici, associando morfemi ignoti a note forme ibridate e allocando le nuove forme in schemi noti, giunge a rivelare geometrie apparentemente ignote e sorprendentemente semplici da realizzare. Un processo che disvela le forme attraverso un percorso deduttivo carico di potenziale rappresentativo. Un percorso quasi didascalico che segna il passaggio dalla geometria euclidea alla geometria nurbs.
Equilibridi, morfogenesi, morfofanie
BIANCONI, Fabio
2009
Abstract
Nella ricerca contemporanea di nuove forme in architettura sempre più complesse e di certo non convenzionali ed in particolare nella ricerca del loro modello interpretativo, emerge chiaramente la necessità di scomporre la forma in parti più semplici, note e facilmente riconoscibili. Pertanto nella rivelazione della forma stessa (morfofania), saranno i nostri sensi, la nostra cultura e la capacità di sintesi ad interpretare e quindi a svelare l’ignoto. Conoscere ciò che si riconosce è un semplice ma utile strumento metaprogettuale. La ricerca proposta riguarda un percorso che attraverso l’analisi delle superfici complesse, riconosce la forma architettonica, la studia, la interpreta e la traduce in materia. Pertanto la morfogenesi, partendo della scomposizione dell’oggetto in forme più semplici, associando morfemi ignoti a note forme ibridate e allocando le nuove forme in schemi noti, giunge a rivelare geometrie apparentemente ignote e sorprendentemente semplici da realizzare. Un processo che disvela le forme attraverso un percorso deduttivo carico di potenziale rappresentativo. Un percorso quasi didascalico che segna il passaggio dalla geometria euclidea alla geometria nurbs.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.