Il 2005 rappresenta l’anno in cui per la prima volta, anche se limitatamente alle società quotate in mercati organizzati ed ai loro bilanci consolidati, troveranno applicazione i principi contabili internazionali negli Stati membri della Comunità europea, dando luogo a quella che è stata definita una “rivoluzione copernicana” in materia di conti annuali delle imprese. Con il regolamento 19 luglio 2002, n. 1606, il Parlamento europeo, allo scopo fra l’altro di sviluppare la competitività dei mercati comunitari dei capitali e di assicurare un elevato grado di trasparenza e di comparatività dell’informativa finanziaria nella comunità, ha deciso di rendere obbligatoria per le società i cui titoli sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato di qualsiasi Stato membro l’utilizzazione dei principi contabili internazionali per la redazione dei conti consolidati, a partire dall’esercizio amministrativo con inizio il 1° gennaio 2005. Ha, inoltre, previsto la facoltà, lasciata all’iniziativa dei singoli Stati, di estendere l’adozione di tali principi ai conti annuali delle società quotate e ai conti annuali e consolidati delle altre tipologie societarie. In merito a quest’ultima previsione in Italia, con la legge 31 ottobre 2003, n. 306, è stata concessa una delega al Governo italiano affinché, entro il termine di un anno, emani uno o più decreti legislativi per l’esercizio della predetta facoltà, sulla base delle seguenti linee generali: - obbligo di adottare i principi contabili internazionali per la redazione dei bilanci di esercizio delle società quotate, per la redazione dei bilanci di esercizio e consolidati delle banche, degli intermediari finanziari, delle imprese di assicurazione e delle società aventi strumenti finanziari diffusi presso il pubblico; - facoltà di adottare i principi contabili internazionali per la redazione del bilancio di esercizio o solamente consolidato per le altre società, ad eccezione di quelle che possono redigere il bilancio in forma abbreviata. L’applicazione dei principi contabili internazionali rappresenta, come detto, una vera “rivoluzione” a causa delle numerose differenze rispetto alla normativa comunitaria, basti pensare a titolo meramente esemplificativo alla diversa impostazione concettuale rispetto al fine che viene assegnato al bilancio. Differenze sostanziali o semplicemente formali, tali comunque da sollecitare, nell’immediato futuro, l’attenzione e l’impegno degli studiosi delle materie contabili e degli operatori, atteso che non si tratta di una mera “riconversione” dei dati e delle valutazioni, ma di una ve-ra e propria “rivisitazione” della strutture organizzative che devono essere adattate per produrre nuovi flussi informativi. Scopo del presente scritto è quello di contribuire alla comprensione di un aspetto specifico, ma assai delicato, legato alla redazione del bilancio consolidato e alla formazione del capitale e del reddito di gruppo: la determinazione e la rappresentazione delle differenze contabili che possono emergere a seguito del consolidamento integrale delle partecipazioni, sottolineando i cambiamenti che l’adozione dei principi contabili internazionali determinerà rispetto all’attuale normativa.

L'impatto dei principi contabili internazionali sulla rappresentazione delle differenze contabili nel consolidamento integrale

MARI, Libero Mario
2005

Abstract

Il 2005 rappresenta l’anno in cui per la prima volta, anche se limitatamente alle società quotate in mercati organizzati ed ai loro bilanci consolidati, troveranno applicazione i principi contabili internazionali negli Stati membri della Comunità europea, dando luogo a quella che è stata definita una “rivoluzione copernicana” in materia di conti annuali delle imprese. Con il regolamento 19 luglio 2002, n. 1606, il Parlamento europeo, allo scopo fra l’altro di sviluppare la competitività dei mercati comunitari dei capitali e di assicurare un elevato grado di trasparenza e di comparatività dell’informativa finanziaria nella comunità, ha deciso di rendere obbligatoria per le società i cui titoli sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato di qualsiasi Stato membro l’utilizzazione dei principi contabili internazionali per la redazione dei conti consolidati, a partire dall’esercizio amministrativo con inizio il 1° gennaio 2005. Ha, inoltre, previsto la facoltà, lasciata all’iniziativa dei singoli Stati, di estendere l’adozione di tali principi ai conti annuali delle società quotate e ai conti annuali e consolidati delle altre tipologie societarie. In merito a quest’ultima previsione in Italia, con la legge 31 ottobre 2003, n. 306, è stata concessa una delega al Governo italiano affinché, entro il termine di un anno, emani uno o più decreti legislativi per l’esercizio della predetta facoltà, sulla base delle seguenti linee generali: - obbligo di adottare i principi contabili internazionali per la redazione dei bilanci di esercizio delle società quotate, per la redazione dei bilanci di esercizio e consolidati delle banche, degli intermediari finanziari, delle imprese di assicurazione e delle società aventi strumenti finanziari diffusi presso il pubblico; - facoltà di adottare i principi contabili internazionali per la redazione del bilancio di esercizio o solamente consolidato per le altre società, ad eccezione di quelle che possono redigere il bilancio in forma abbreviata. L’applicazione dei principi contabili internazionali rappresenta, come detto, una vera “rivoluzione” a causa delle numerose differenze rispetto alla normativa comunitaria, basti pensare a titolo meramente esemplificativo alla diversa impostazione concettuale rispetto al fine che viene assegnato al bilancio. Differenze sostanziali o semplicemente formali, tali comunque da sollecitare, nell’immediato futuro, l’attenzione e l’impegno degli studiosi delle materie contabili e degli operatori, atteso che non si tratta di una mera “riconversione” dei dati e delle valutazioni, ma di una ve-ra e propria “rivisitazione” della strutture organizzative che devono essere adattate per produrre nuovi flussi informativi. Scopo del presente scritto è quello di contribuire alla comprensione di un aspetto specifico, ma assai delicato, legato alla redazione del bilancio consolidato e alla formazione del capitale e del reddito di gruppo: la determinazione e la rappresentazione delle differenze contabili che possono emergere a seguito del consolidamento integrale delle partecipazioni, sottolineando i cambiamenti che l’adozione dei principi contabili internazionali determinerà rispetto all’attuale normativa.
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