Tra le attività istituzionalmente riconosciute al Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale del Corpo Forestale dello Stato di Pieve S. Stefano (AR) si annoverano la ricerca, la sperimentazione e la conservazione del germoplasma di specie vegetali spontanee dell'Italia centro-meridionale (ecoregione Mediterraneo centrale). Inoltre, la consolidata collaborazione con i ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali (DSAA) dell’Università degli Studi di Perugia ha consentito di condurre numerose sperimentazioni nel settore delle colture in vitro, quale strumento per la tutela e salvaguardia di specie vegetali di interesse conservazionistico. Tra queste è stata recentemente studiata la Gentiana pneumonanthe L. subsp. pneumonanthe, specie a rischio di “rarefazione” nell’Appennino centrale, i cui semi sono stati raccolti in Abruzzo, dove era ritenuta estinta, all’estremo limite sud dell’areale di distribuzione. Poiché alcune prove preliminari avevano evidenziato la difficoltà delle plantule nate dai semi di questo genotipo ad accrescersi dopo la germinazione, presso il Laboratorio di colture in vitro annesso al Vivaio “Alto Tevere” di Pieve S. Stefano, sono state avviate alcune attività sperimentali volte a superare le problematiche precedentemente emerse e a condurre studi preliminari sull’impiego della micropropagazione per la salvaguardia di questa specie. In particolare, sono state allestite prove di germinazione in condizioni di asepsi su terreno agarizzato, studiando l’effetto di pre-trattamenti a basse temperature (vernalizzazione). Questi, prolungati per 30 e 60 giorni, hanno permesso di conseguire la germinazione, rispettivamente, del 70 e dell’85% dei semi, contro il 35% del materiale non vernalizzato. La disponibilità di una soddisfacente quantità di materiale allevato in vitro ha, poi, permesso di intraprendere ulteriori prove per individuare un efficiente protocollo di micropropagazione e, quindi, disporre di un nuovo strumento per la salvaguardia e conservazione della G. pneumonanthe. A tale proposito, l’impiego di un substrato costituito dalla componente nutritiva MS, arricchito di BAP, IBA e GA3 ha permesso di conseguire un soddisfacente coefficiente di moltiplicazione (3,1). In ogni caso, è stata rilevata anche una certa attività rizogena (tra il 69 e il 95%). A conclusione dell’esperienza e sulla base delle competenze acquisite dai ricercatori del DSAA di Perugia si è inteso verificare, in via preliminare, la possibilità di incapsulare in alginato di calcio propaguli unipolari vitro-derivati (microtalee) di G. Pneumonanthe, allo scopo di disporre di un nuovo strumento di semplificazione delle procedure per la conservazione di questa specie. Da queste prove è emerso che è possibile procedere all’incapsulamento e ad un breve periodo di stoccaggio (20 giorni) mantenendo inalterata la vitalità e la ripresa di almeno il 40% dei propaguli, la cui bassa vigoria, tuttavia, potrebbe aver limitato anche la capacità di conversione, conseguita, comunque, senza alcun trattamento induttivo rizogeno.

Indagini preliminari sull’impiego delle colture in vitro per la salvaguardia di specie vegetali spontanee a rischio di rarefazione nell’Italia centrale.

MICHELI, Maurizio;
2012

Abstract

Tra le attività istituzionalmente riconosciute al Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale del Corpo Forestale dello Stato di Pieve S. Stefano (AR) si annoverano la ricerca, la sperimentazione e la conservazione del germoplasma di specie vegetali spontanee dell'Italia centro-meridionale (ecoregione Mediterraneo centrale). Inoltre, la consolidata collaborazione con i ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali (DSAA) dell’Università degli Studi di Perugia ha consentito di condurre numerose sperimentazioni nel settore delle colture in vitro, quale strumento per la tutela e salvaguardia di specie vegetali di interesse conservazionistico. Tra queste è stata recentemente studiata la Gentiana pneumonanthe L. subsp. pneumonanthe, specie a rischio di “rarefazione” nell’Appennino centrale, i cui semi sono stati raccolti in Abruzzo, dove era ritenuta estinta, all’estremo limite sud dell’areale di distribuzione. Poiché alcune prove preliminari avevano evidenziato la difficoltà delle plantule nate dai semi di questo genotipo ad accrescersi dopo la germinazione, presso il Laboratorio di colture in vitro annesso al Vivaio “Alto Tevere” di Pieve S. Stefano, sono state avviate alcune attività sperimentali volte a superare le problematiche precedentemente emerse e a condurre studi preliminari sull’impiego della micropropagazione per la salvaguardia di questa specie. In particolare, sono state allestite prove di germinazione in condizioni di asepsi su terreno agarizzato, studiando l’effetto di pre-trattamenti a basse temperature (vernalizzazione). Questi, prolungati per 30 e 60 giorni, hanno permesso di conseguire la germinazione, rispettivamente, del 70 e dell’85% dei semi, contro il 35% del materiale non vernalizzato. La disponibilità di una soddisfacente quantità di materiale allevato in vitro ha, poi, permesso di intraprendere ulteriori prove per individuare un efficiente protocollo di micropropagazione e, quindi, disporre di un nuovo strumento per la salvaguardia e conservazione della G. pneumonanthe. A tale proposito, l’impiego di un substrato costituito dalla componente nutritiva MS, arricchito di BAP, IBA e GA3 ha permesso di conseguire un soddisfacente coefficiente di moltiplicazione (3,1). In ogni caso, è stata rilevata anche una certa attività rizogena (tra il 69 e il 95%). A conclusione dell’esperienza e sulla base delle competenze acquisite dai ricercatori del DSAA di Perugia si è inteso verificare, in via preliminare, la possibilità di incapsulare in alginato di calcio propaguli unipolari vitro-derivati (microtalee) di G. Pneumonanthe, allo scopo di disporre di un nuovo strumento di semplificazione delle procedure per la conservazione di questa specie. Da queste prove è emerso che è possibile procedere all’incapsulamento e ad un breve periodo di stoccaggio (20 giorni) mantenendo inalterata la vitalità e la ripresa di almeno il 40% dei propaguli, la cui bassa vigoria, tuttavia, potrebbe aver limitato anche la capacità di conversione, conseguita, comunque, senza alcun trattamento induttivo rizogeno.
2012
9788890562808
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/210693
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