L’Ipogeo dei Volumni, a Perugia, è una rara occasione di sinergia culturale tra discipline tecniche e umanistiche. Nell’ambito di un approccio disciplinare sempre più trasversale, infatti, appare sempre più costruttiva questo tipo di “collaborazione” culturale. I dati umanistici (storici, artistici, archeologici, ecc.) si coniugano bene con quelli geologico-geomorfologici e la loro acquisizione diventa, talora, indispensabile come indizio e/o conferma di risultati acquisiti. Particolarmente significativo è l’esempio della città di Perugia, edificata sul top-set del paleo-delta del F.Tevere. In Umbria, come noto, l’evoluzione del Lago Tiberino, che avrebbe occupato gran parte del territorio umbro a partire da Pliocene (Cattuto et alii, 1992), è stato un evento ambientale di grande ruolo sotto il profilo paleogeografico e morfologico. Nell’area a S di Perugia, infatti, il F. Tevere edificava un esteso apparato deltizio (Gregori & Cattuto,1988) la cui evidenza morfologica è visibile anche nel tessuto urbano perugino, alla base delle mura medioevali. Al raccordo con la pianura che si estende, inoltre, ai piedi della città (Ponte S. Giovanni), in corrispondenza del passaggio fra i depositi di fore-set e bottom-set del paleo-delta, sono ubicate le splendide tombe etrusche, realizzate prevalentemente in travertino, dell’Ipogeo dei Volumni. Scendendo una ripida scala, si entra negli ambienti sotterranei, suddivisi in varie stanze, anche di modesta dimensione, scavate nei depositi deltizi medio-distali del paleo-Tevere. Alle spalle delle raffinate sculture delle urne, raffiguranti gli appartenenti alla nobile famiglia etrusca, affiorano banconi conglomeratici alternati a finissime sabbie e limi cementati clino-stratificati verso la pianura, una volta occupata dal Lago Tiberino. Questa evidenza litologica sfugge a un’usuale frequentazione del sito, di indiscusso valore archeologico, mentre mettere in relazione due momenti cronologicamente e culturalmente così distanti, rappresenta un originale approccio geologico e/o geo-turistico. La suggestione del sito è quindi incrementata, dalle evidenze geologiche di un paleo-processo morfogenetico che ricostruiscono uno scenario ambientale che diventa “valore aggiunto” dal punto di vista scientifico, didattico e turistico. La visita all’Ipogeo dei Volumi a Perugia, può costituire, così, un esempio particolarmente interessante di “sinergia culturale” tra sedimentologia, geomorfologia e archeologia, per una migliore comprensione dei luoghi e una nuova “percezione” di processi naturali e antropici.
Ipogeo dei Volumni (Perugia-Umbria):sinergia culturale tra discipline "scientifiche" e umanistiche.
GREGORI, Lucilia
2011
Abstract
L’Ipogeo dei Volumni, a Perugia, è una rara occasione di sinergia culturale tra discipline tecniche e umanistiche. Nell’ambito di un approccio disciplinare sempre più trasversale, infatti, appare sempre più costruttiva questo tipo di “collaborazione” culturale. I dati umanistici (storici, artistici, archeologici, ecc.) si coniugano bene con quelli geologico-geomorfologici e la loro acquisizione diventa, talora, indispensabile come indizio e/o conferma di risultati acquisiti. Particolarmente significativo è l’esempio della città di Perugia, edificata sul top-set del paleo-delta del F.Tevere. In Umbria, come noto, l’evoluzione del Lago Tiberino, che avrebbe occupato gran parte del territorio umbro a partire da Pliocene (Cattuto et alii, 1992), è stato un evento ambientale di grande ruolo sotto il profilo paleogeografico e morfologico. Nell’area a S di Perugia, infatti, il F. Tevere edificava un esteso apparato deltizio (Gregori & Cattuto,1988) la cui evidenza morfologica è visibile anche nel tessuto urbano perugino, alla base delle mura medioevali. Al raccordo con la pianura che si estende, inoltre, ai piedi della città (Ponte S. Giovanni), in corrispondenza del passaggio fra i depositi di fore-set e bottom-set del paleo-delta, sono ubicate le splendide tombe etrusche, realizzate prevalentemente in travertino, dell’Ipogeo dei Volumni. Scendendo una ripida scala, si entra negli ambienti sotterranei, suddivisi in varie stanze, anche di modesta dimensione, scavate nei depositi deltizi medio-distali del paleo-Tevere. Alle spalle delle raffinate sculture delle urne, raffiguranti gli appartenenti alla nobile famiglia etrusca, affiorano banconi conglomeratici alternati a finissime sabbie e limi cementati clino-stratificati verso la pianura, una volta occupata dal Lago Tiberino. Questa evidenza litologica sfugge a un’usuale frequentazione del sito, di indiscusso valore archeologico, mentre mettere in relazione due momenti cronologicamente e culturalmente così distanti, rappresenta un originale approccio geologico e/o geo-turistico. La suggestione del sito è quindi incrementata, dalle evidenze geologiche di un paleo-processo morfogenetico che ricostruiscono uno scenario ambientale che diventa “valore aggiunto” dal punto di vista scientifico, didattico e turistico. La visita all’Ipogeo dei Volumi a Perugia, può costituire, così, un esempio particolarmente interessante di “sinergia culturale” tra sedimentologia, geomorfologia e archeologia, per una migliore comprensione dei luoghi e una nuova “percezione” di processi naturali e antropici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.