L’articolo analizza la diffusione in Italia nel Terzo Settore, di “comunità di apprendimento ad intelligenza distribuita” fondate sull’impiego delle ICT. Dall’analisi di due ricerche condotte in Italia, una nel Mezzogiorno (vedi AA.VV. (2006) La comunicazione del Terzo Settore nel Mezzogiorno, a cura di S.Martelli, Franco Angeli, Milano), l’altra in Umbria (vedi P.Grasselli, C.Montesi, S.D’Allestro, S.Menegon (2005), “La Net Economy delle cooperative sociali della provincia di Perugia”) si desume che la diffusione di tali comunità non è ancora così ampia, almeno nel nostro paese, se si pensa alle difficoltà che le imprese sociali possono incontrare sia nella loro adozione a causa della presenza in azienda di vincoli strutturali e culturali, sia nella ricerca dell’incontro (tecnologicamente avanzato) con i propri clienti/utenti che, specie nel caso delle cooperative di tipo A, potrebbero particolarmente risentire del “digital divide”. L’articolo sintetizza le conclusioni a cui sono pervenuti parallelamente i due studi che sono riassumibili nel fatto che: 1) la comunicazione può contribuire a creare/rafforzare il capitale sociale di una data area; 2) le ICT non distruggono capitale sociale, ma anzi proprio per le loro caratteristiche (si pensi al grado di apertura, decentramento, multidirezionalità, multimedialità, capillarità, simultaneità dialogica della rete Internet), promuovono non solo la comunicazione, ma costruiscono anche identità collettive, incrementano la partecipazione democratica alla vita associativa di un’organizzazione e/o alla governance di un’impresa sociale; promuovono forme di collaborazione tra organizzazioni non profit; 3) la comunicazione nel Terzo Settore, nonostante le grandi possibilità offerte dalle ICT, risulta, sia nel Mezzogiorno che in Umbria, non a regime; 4) la quantità/qualità della comunicazione delle diverse organizzazioni del Terzo Settore risente delle caratteristiche socio-economiche del territorio in cui esso opera. L'articolo sviluppa anche un'originale parallelismo tra il concetto di "persona" (l'individuo in relazione) e la cooperazione sociale ed esprime l'esigenza di raccogliere la sfida di coniugare tecnologia e personalismo.
Dalla New alla Net Economy: esperienze e scenari della comunicazione nel Terzo Settore
MONTESI, Cristina
2008
Abstract
L’articolo analizza la diffusione in Italia nel Terzo Settore, di “comunità di apprendimento ad intelligenza distribuita” fondate sull’impiego delle ICT. Dall’analisi di due ricerche condotte in Italia, una nel Mezzogiorno (vedi AA.VV. (2006) La comunicazione del Terzo Settore nel Mezzogiorno, a cura di S.Martelli, Franco Angeli, Milano), l’altra in Umbria (vedi P.Grasselli, C.Montesi, S.D’Allestro, S.Menegon (2005), “La Net Economy delle cooperative sociali della provincia di Perugia”) si desume che la diffusione di tali comunità non è ancora così ampia, almeno nel nostro paese, se si pensa alle difficoltà che le imprese sociali possono incontrare sia nella loro adozione a causa della presenza in azienda di vincoli strutturali e culturali, sia nella ricerca dell’incontro (tecnologicamente avanzato) con i propri clienti/utenti che, specie nel caso delle cooperative di tipo A, potrebbero particolarmente risentire del “digital divide”. L’articolo sintetizza le conclusioni a cui sono pervenuti parallelamente i due studi che sono riassumibili nel fatto che: 1) la comunicazione può contribuire a creare/rafforzare il capitale sociale di una data area; 2) le ICT non distruggono capitale sociale, ma anzi proprio per le loro caratteristiche (si pensi al grado di apertura, decentramento, multidirezionalità, multimedialità, capillarità, simultaneità dialogica della rete Internet), promuovono non solo la comunicazione, ma costruiscono anche identità collettive, incrementano la partecipazione democratica alla vita associativa di un’organizzazione e/o alla governance di un’impresa sociale; promuovono forme di collaborazione tra organizzazioni non profit; 3) la comunicazione nel Terzo Settore, nonostante le grandi possibilità offerte dalle ICT, risulta, sia nel Mezzogiorno che in Umbria, non a regime; 4) la quantità/qualità della comunicazione delle diverse organizzazioni del Terzo Settore risente delle caratteristiche socio-economiche del territorio in cui esso opera. L'articolo sviluppa anche un'originale parallelismo tra il concetto di "persona" (l'individuo in relazione) e la cooperazione sociale ed esprime l'esigenza di raccogliere la sfida di coniugare tecnologia e personalismo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.