Il Théâtre sacré di Pierre de Nancel, nato a Tours nel 1570, fu pubblicato a Parigi nel 1607 e contiene tre tragedie: Dina ou le ravissement, Josué ou le sac de Jéricho, Debora ou la delivrance . L’interesse di questa raccolta, quasi dimenticata dalla critica , si incontra già nel paratesto: il volume è dedicato al re, Enrico IV, al quale il poeta ricorda il compito da sempre riservato alla tragedia, cioè quello di “traitter de superbes et de grandes matieres, et d’exposer à l’oeil ou à l’oreile publique, la vie et les moeurs des Heros, des Rois et des Princes”. La sua principale funzione è quindi racchiusa nella capacità di insegnare, “pour donner les uns à imiter, les autres à eviter, loüer la vertu et blasmer le vice; et pour instruire le lecteur ou l’auditeur, par beaux et frequents enseignements, riches et rares sentences; et pour informer les esprits du devoir de la vie, et du plus haut point de la conversation politique, scavoir est le commandement et l’obeissannce” . Il ruolo civilizzatore del teatro è al primo posto anche quando le tragedie rappresentate sono, come nel caso di Nancel, fortunatamente, solo “en papier”. La pace ritrovata dopo anni di guerra civile, merito dell’azione del re, sarà meglio apprezzata dai sudditi attraverso i ricordi dei dolori, dei drammi che si sono svolti in uno spazio e in un tempo ormai lontani. In appendice si propone l’edizione del testo teorico, una sorta di ‘art poétique’ nel quale l’autore esprime le sue idee su questo tipo di teatro, testo di rilievo che permette al lettore di cogliere il cambiamento di clima culturale degli anni a cavallo tra i due secoli.

'Le theatre sacré' di Pierre de Nancel, tra teoria e pratica

MIOTTI, Mariangela
2010

Abstract

Il Théâtre sacré di Pierre de Nancel, nato a Tours nel 1570, fu pubblicato a Parigi nel 1607 e contiene tre tragedie: Dina ou le ravissement, Josué ou le sac de Jéricho, Debora ou la delivrance . L’interesse di questa raccolta, quasi dimenticata dalla critica , si incontra già nel paratesto: il volume è dedicato al re, Enrico IV, al quale il poeta ricorda il compito da sempre riservato alla tragedia, cioè quello di “traitter de superbes et de grandes matieres, et d’exposer à l’oeil ou à l’oreile publique, la vie et les moeurs des Heros, des Rois et des Princes”. La sua principale funzione è quindi racchiusa nella capacità di insegnare, “pour donner les uns à imiter, les autres à eviter, loüer la vertu et blasmer le vice; et pour instruire le lecteur ou l’auditeur, par beaux et frequents enseignements, riches et rares sentences; et pour informer les esprits du devoir de la vie, et du plus haut point de la conversation politique, scavoir est le commandement et l’obeissannce” . Il ruolo civilizzatore del teatro è al primo posto anche quando le tragedie rappresentate sono, come nel caso di Nancel, fortunatamente, solo “en papier”. La pace ritrovata dopo anni di guerra civile, merito dell’azione del re, sarà meglio apprezzata dai sudditi attraverso i ricordi dei dolori, dei drammi che si sono svolti in uno spazio e in un tempo ormai lontani. In appendice si propone l’edizione del testo teorico, una sorta di ‘art poétique’ nel quale l’autore esprime le sue idee su questo tipo di teatro, testo di rilievo che permette al lettore di cogliere il cambiamento di clima culturale degli anni a cavallo tra i due secoli.
2010
9788878705166
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/39985
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