“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. In modo chiaro e deciso il primo articolo della Costituzione Italiana definisce i fondamenti della nostra società. Per secoli il nostro territorio è stato segnato dall’intenso lavoro agricolo e a 150 anni dall’Unità di Italia, dopo importanti trasformazioni, tale ambito continua a mantenere i connotati identitari legati all’importante relazione fra l’ambiente naturale e la sua antropizzazione. All’interno delle azioni di governance del territorio, gli strumenti per lo sviluppo locale sempre più si applicano per preservare il carattere dello spazio rurale, eroso dalla città in espansione che rischia di corroborarne l’identità. In quest’ottica è stato sviluppato uno studio sul territorio rurale di Castiglione del Lago, comune posto nell’estremo lembo nord-occidentale della provincia di Perugia, a confine con la Toscana. Tale area è stata per secoli il “granaio di Perugia”, ma l’attuale assetto che appare oggi etereo come nei quadri del Perugino, cela la storia difficile di un territorio malsano e ostile, trasformato nei secoli dal lavoro di colonizzazione dell’uomo. Per lungo tempo soggetta alle continue esondazioni del Trasimeno da un lato e alla paludosità delle Chiane dall’altro, la storia dell’area si lega a quella dell’acqua, sempre protagonista sia nel bene che nel male, questione che già nel XV secolo ha attratto le attenzioni del grande Leonardo e circa cento anni più tardi dallo stesso Galileo, così come di Torricelli e di tanti altri personaggi illustri che si cimentarono su questo difficile tema fino all’attuale configurazione idrologica ottenuta lo scorso secolo scongiurando l’ipotesi di prosciugamento del lago stesso. A narrare questo rapporto fra popolazione e territorio, piccole ed isolate architetture rappresentano la testimonianza emblematica di una cultura pratica, fondata sul lavoro piuttosto che sull’erudizione. Tale patrimonio, ignorato per decenni, ora si svela come un tassello fondamentale del paesaggio italiano, così, su incarico dell’amministrazione comunale, è stata svolta l’analisi e la catalogazione di tutti i beni sparsi nel territorio rurale. Lo studio, che interessa più di mille architetture, portato avanti dal nostro Dipartimento e inserito nella stesura del Piano Regolatore Generale, si è sviluppato attraverso una schedatura puntuale associata ad una analisi del contesto. Documenti bibliografici e archivisti, così come l’analisi degli antichi catasti, hanno contribuito a comprendere le fattezze storiche delle architetture rurali, ritrovando nei cabrei settecenteschi inediti disegni delle architetture rurali disegnati dal Tiroli. La lettura critica si è avvalsa poi della modellazione territoriale, degli studi cartografici e di rilievi puntuali per comprendere quel carattere proprio del paesaggio umbro che non vuole ricalcare le orme romantiche e bucoliche dell’incontaminato e del pittoresco, ma proporre la valorizzazione territoriale, la creazione di una virtualità produttiva, legata al turismo, legata al paesaggio, legata alle infinite e multiformi risorse della cultura italiana.

Lavoro e paesaggio. Catalogazione e analisi dei beni rurali di Castiglione del Lago (PG).

BIANCONI, Fabio;M. Filippucci
2010

Abstract

“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. In modo chiaro e deciso il primo articolo della Costituzione Italiana definisce i fondamenti della nostra società. Per secoli il nostro territorio è stato segnato dall’intenso lavoro agricolo e a 150 anni dall’Unità di Italia, dopo importanti trasformazioni, tale ambito continua a mantenere i connotati identitari legati all’importante relazione fra l’ambiente naturale e la sua antropizzazione. All’interno delle azioni di governance del territorio, gli strumenti per lo sviluppo locale sempre più si applicano per preservare il carattere dello spazio rurale, eroso dalla città in espansione che rischia di corroborarne l’identità. In quest’ottica è stato sviluppato uno studio sul territorio rurale di Castiglione del Lago, comune posto nell’estremo lembo nord-occidentale della provincia di Perugia, a confine con la Toscana. Tale area è stata per secoli il “granaio di Perugia”, ma l’attuale assetto che appare oggi etereo come nei quadri del Perugino, cela la storia difficile di un territorio malsano e ostile, trasformato nei secoli dal lavoro di colonizzazione dell’uomo. Per lungo tempo soggetta alle continue esondazioni del Trasimeno da un lato e alla paludosità delle Chiane dall’altro, la storia dell’area si lega a quella dell’acqua, sempre protagonista sia nel bene che nel male, questione che già nel XV secolo ha attratto le attenzioni del grande Leonardo e circa cento anni più tardi dallo stesso Galileo, così come di Torricelli e di tanti altri personaggi illustri che si cimentarono su questo difficile tema fino all’attuale configurazione idrologica ottenuta lo scorso secolo scongiurando l’ipotesi di prosciugamento del lago stesso. A narrare questo rapporto fra popolazione e territorio, piccole ed isolate architetture rappresentano la testimonianza emblematica di una cultura pratica, fondata sul lavoro piuttosto che sull’erudizione. Tale patrimonio, ignorato per decenni, ora si svela come un tassello fondamentale del paesaggio italiano, così, su incarico dell’amministrazione comunale, è stata svolta l’analisi e la catalogazione di tutti i beni sparsi nel territorio rurale. Lo studio, che interessa più di mille architetture, portato avanti dal nostro Dipartimento e inserito nella stesura del Piano Regolatore Generale, si è sviluppato attraverso una schedatura puntuale associata ad una analisi del contesto. Documenti bibliografici e archivisti, così come l’analisi degli antichi catasti, hanno contribuito a comprendere le fattezze storiche delle architetture rurali, ritrovando nei cabrei settecenteschi inediti disegni delle architetture rurali disegnati dal Tiroli. La lettura critica si è avvalsa poi della modellazione territoriale, degli studi cartografici e di rilievi puntuali per comprendere quel carattere proprio del paesaggio umbro che non vuole ricalcare le orme romantiche e bucoliche dell’incontaminato e del pittoresco, ma proporre la valorizzazione territoriale, la creazione di una virtualità produttiva, legata al turismo, legata al paesaggio, legata alle infinite e multiformi risorse della cultura italiana.
2010
9788889579404
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/635297
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