L’olivo rappresenta una delle principali componenti vegetali del Bacino del Mediterraneo e le cultivar attualmente coltivate hanno avuto origine da un vasta ed eterogenea base genetica, che caratterizza ancora oggi la tipicità di alcune produzioni locali. Numerose sono ormai le iniziative volte alla salvaguardia della variabilità genetica di questa specie e sempre maggiore è l’esigenza di individuare efficienti ed innovative tecniche atte a tutelare il germoplasma vegetale in via di estinzione. Tra queste crescente interesse destano le tecniche di coltura in vitro, che, come è noto, trovano applicazione nella rapida propagazione di genotipi selezionati per la moltiplicazione di tipo massale, nei programmi di miglioramento genetico, nella diffusione e nel trasferimento di materiale di propagazione e, non da ultimo, nella conservazione ex situ del germoplasma. A questo riguardo, è stata condotta una sperimentazione in cui sono stati studiati alcuni dei 24 genotipi di olivo, di particolare interesse agrario e paesaggistico che, nell’ambito di una Convenzione tra Enti pubblici e privati dell’Italia centrale, erano stati precedentemente micropropagati al fine di disporre di piante madri certificate. In particolare, le ricerche hanno avuto come obiettivo: 1) ottimizzare il protocollo di proliferazione; 2) verificare la possibilità di sottoporre gli espianti vitro-derivati ad incapsulamento, quale innovativo strumento biotecnologico per la conservazione e la diffusione delle risorse genetiche vegetali. Oggetto di studio, condotto presso il Laboratorio di colture in vitro del DSAA dell’Università di Perugia, sono stati 2 genotipi tra quelli studiati in precedenza (‘Correggiolo’, proveniente dall’Emilia-Romagna e ‘Raggia’, individuata nelle Marche) e la ‘Dolce Agogia’, cultivar umbra già in collezione presso il Laboratorio di colture in vitro. Per quanto riguarda il primo obiettivo, è stato valutato l’effetto di diverse concentrazioni di zeatina (0,5-1,0-2,0-4,0 mg l-1) sull’attività proliferativa degli espianti. I dati raccolti hanno fatto registrare un soddisfacente coefficiente di moltiplicazione, pari a 4,6 nel caso della cv. Correggiolo e di 9,6 per la ‘Dolce Agogia’ in presenza di 4 mg l-1 di citochinina, mentre la ‘Raggia’ ha fatto riscontrare un valore massimo di 4,4 impiegando una minore concentrazione di zeatina (1 mg l-1). Per quanto riguarda l’incapsulamento (obiettivo 2), è stato studiato, in via preliminare, l’effetto della matrice di alginato di sodio sulla ripresa vegetativa delle microtalee (propaguli unipolari vitro-derivati, privi delle foglie e di lunghezza di 3-4 mm), che, dopo 45 giorni di semina sul substrato agarizzato, hanno fatto riscontrare un valore rispettivamente pari a 35% (‘Raggia’), 45% (‘Dolce Agogia’) e 56,7% (‘Correggiolo’). Infine, sulla base di tali risultati, è stata saggiata l’efficacia della somministrazione di un trattamento ormonale, eseguito prima dell’incapsulamento, mantenendo le microtalee in immersione in una soluzione di GA3 (1 mg l-1) e saccarosio (30 g l-1) per 24 ore, al buio ed in agitazione (100 rpm). Al termine della prova è stato riscontrato un significativo incremento della ripresa vegetativa, fino a +93% nel caso della ‘Dolce Agogia’ e +137% per la cv. Raggia. Dalla sperimentazione sono emerse conferme circa l’idoneità di alcune tecniche di coltura in vitro (micropropagazione) per la salvaguardia del germoplasma olivicolo ed indicazioni sulla possibilità di applicare con efficacia in questo settore nuove biotecnologie, con particolare riferimento all’incapsulamento.
"Tecniche di coltura in vitro per la salvaguardia del germoplasma locale di olivo" in VII° Convegno Nazionale sulla Biodiversità.
MICHELI, Maurizio;GARDI, Tiziano;PILLI, Massimo;STANDARDI, Alvaro
2010
Abstract
L’olivo rappresenta una delle principali componenti vegetali del Bacino del Mediterraneo e le cultivar attualmente coltivate hanno avuto origine da un vasta ed eterogenea base genetica, che caratterizza ancora oggi la tipicità di alcune produzioni locali. Numerose sono ormai le iniziative volte alla salvaguardia della variabilità genetica di questa specie e sempre maggiore è l’esigenza di individuare efficienti ed innovative tecniche atte a tutelare il germoplasma vegetale in via di estinzione. Tra queste crescente interesse destano le tecniche di coltura in vitro, che, come è noto, trovano applicazione nella rapida propagazione di genotipi selezionati per la moltiplicazione di tipo massale, nei programmi di miglioramento genetico, nella diffusione e nel trasferimento di materiale di propagazione e, non da ultimo, nella conservazione ex situ del germoplasma. A questo riguardo, è stata condotta una sperimentazione in cui sono stati studiati alcuni dei 24 genotipi di olivo, di particolare interesse agrario e paesaggistico che, nell’ambito di una Convenzione tra Enti pubblici e privati dell’Italia centrale, erano stati precedentemente micropropagati al fine di disporre di piante madri certificate. In particolare, le ricerche hanno avuto come obiettivo: 1) ottimizzare il protocollo di proliferazione; 2) verificare la possibilità di sottoporre gli espianti vitro-derivati ad incapsulamento, quale innovativo strumento biotecnologico per la conservazione e la diffusione delle risorse genetiche vegetali. Oggetto di studio, condotto presso il Laboratorio di colture in vitro del DSAA dell’Università di Perugia, sono stati 2 genotipi tra quelli studiati in precedenza (‘Correggiolo’, proveniente dall’Emilia-Romagna e ‘Raggia’, individuata nelle Marche) e la ‘Dolce Agogia’, cultivar umbra già in collezione presso il Laboratorio di colture in vitro. Per quanto riguarda il primo obiettivo, è stato valutato l’effetto di diverse concentrazioni di zeatina (0,5-1,0-2,0-4,0 mg l-1) sull’attività proliferativa degli espianti. I dati raccolti hanno fatto registrare un soddisfacente coefficiente di moltiplicazione, pari a 4,6 nel caso della cv. Correggiolo e di 9,6 per la ‘Dolce Agogia’ in presenza di 4 mg l-1 di citochinina, mentre la ‘Raggia’ ha fatto riscontrare un valore massimo di 4,4 impiegando una minore concentrazione di zeatina (1 mg l-1). Per quanto riguarda l’incapsulamento (obiettivo 2), è stato studiato, in via preliminare, l’effetto della matrice di alginato di sodio sulla ripresa vegetativa delle microtalee (propaguli unipolari vitro-derivati, privi delle foglie e di lunghezza di 3-4 mm), che, dopo 45 giorni di semina sul substrato agarizzato, hanno fatto riscontrare un valore rispettivamente pari a 35% (‘Raggia’), 45% (‘Dolce Agogia’) e 56,7% (‘Correggiolo’). Infine, sulla base di tali risultati, è stata saggiata l’efficacia della somministrazione di un trattamento ormonale, eseguito prima dell’incapsulamento, mantenendo le microtalee in immersione in una soluzione di GA3 (1 mg l-1) e saccarosio (30 g l-1) per 24 ore, al buio ed in agitazione (100 rpm). Al termine della prova è stato riscontrato un significativo incremento della ripresa vegetativa, fino a +93% nel caso della ‘Dolce Agogia’ e +137% per la cv. Raggia. Dalla sperimentazione sono emerse conferme circa l’idoneità di alcune tecniche di coltura in vitro (micropropagazione) per la salvaguardia del germoplasma olivicolo ed indicazioni sulla possibilità di applicare con efficacia in questo settore nuove biotecnologie, con particolare riferimento all’incapsulamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.