Paesaggi in divenire, sull’interpretazione e la rappresentazione di nuovi segni.

Bisogna che la vita di un uomo sia lunga, perché le case, le pietre, la terra, tutto abbia il tempo di maturare tra due stati d’animo (Gustave Flaubert). In un saggio sul carattere instabile della città contemporanea, Franco Purini sostiene che “qualsiasi progetto architettonico e urbano nasce dalla demolizione del contesto nel quale dovrà inserirsi”, l’atto di costruire è quindi sempre anticipato dalla decostruzione dell’esistente, dallo smontaggio dell’ambiente e dei segni che identificano il paesaggio originario. Se noi intrepretiamo il costruito come una trasformazione del paesaggio, il processo trasformativo si presenta ai nostri occhi non solo come nascita di nuove forme, ma anche di nuovi significati e nuovi segni da interpretare. Le questioni che si presentano sono principalmente due: il problema della costruzione e decostruzione dell’esistente e quello della ricerca dei nuovi segni del processo trasformativo.