Per l’Umbria i primi anni del Novecento rappresentarono l’inizio dell’epoca moderna intesa come affermazione della centralità politica dello Stato, nascita di importanti mutamenti sociali e crescita esponenziale dell’innovazione tecnologica. In quel periodo l’Umbria visse un’importante transizione da territorio statico a vocazione agricola, a nodo di transito e di riferimento produttivo. Un mutamento repentino maturato nel passaggio di secolo attraverso le grandi questioni dell’industrializzazione e dei nuovi inurbamenti, ma anche, delle infrastrutture viarie, degli acquedotti, delle grandi opere civili, che introdussero nel territorio nuovi segni ed altrettanti significati. In tal senso solo a partire dal Novecento, attraverso la costruzione della ferrovia, delle nuove strade, dei canali di bonifica fu possibile scoprire ambiti paesaggistici mai indagati e documentarli nell’importante apparato fotografico a testimonianza di un cambiamento epocale. Pertanto dall’analisi del territorio umbro emerge chiaramente come le opere infrastrutturali abbiano avuto un ruolo determinante nella connotazione dell’immagine attuale, segnando tracciati, definendo nuove forme urbane, creando luoghi e caratterizzando anche la toponomastica. Però, seppure tali opere sono così significative per il messaggio che trasmettono, spesso non sono indagate in quanto rappresentano il prodotto di un mutamento troppo recente per essere considerato storico e troppo vecchio per appartenere alla contemporaneità, e in tal senso non riescono ad essere viste con la dovuta attenzione di chi vuole salvaguardare l’immagine di un paesaggio in evoluzione. Con tali presupposti, il saggio prova ad indagare due questioni strettamente connesse fra loro: la perdita del valore estetico delle infrastrutture attuali e l’incapacità contemporanea di rintracciare la qualità estetica delle infrastrutture del passato, veri e propri monumenti della modernità.

Monumenti della modernità. Infrastrutture e paesaggio nell'Umbria del XX secolo (Perugia, 24 maggio 2012, relazione orale ad invito nell'ambito del convegno "AID MONUMENT. Conoscere, progettare, ricostruire").

BIANCONI, Fabio;
2012

Abstract

Per l’Umbria i primi anni del Novecento rappresentarono l’inizio dell’epoca moderna intesa come affermazione della centralità politica dello Stato, nascita di importanti mutamenti sociali e crescita esponenziale dell’innovazione tecnologica. In quel periodo l’Umbria visse un’importante transizione da territorio statico a vocazione agricola, a nodo di transito e di riferimento produttivo. Un mutamento repentino maturato nel passaggio di secolo attraverso le grandi questioni dell’industrializzazione e dei nuovi inurbamenti, ma anche, delle infrastrutture viarie, degli acquedotti, delle grandi opere civili, che introdussero nel territorio nuovi segni ed altrettanti significati. In tal senso solo a partire dal Novecento, attraverso la costruzione della ferrovia, delle nuove strade, dei canali di bonifica fu possibile scoprire ambiti paesaggistici mai indagati e documentarli nell’importante apparato fotografico a testimonianza di un cambiamento epocale. Pertanto dall’analisi del territorio umbro emerge chiaramente come le opere infrastrutturali abbiano avuto un ruolo determinante nella connotazione dell’immagine attuale, segnando tracciati, definendo nuove forme urbane, creando luoghi e caratterizzando anche la toponomastica. Però, seppure tali opere sono così significative per il messaggio che trasmettono, spesso non sono indagate in quanto rappresentano il prodotto di un mutamento troppo recente per essere considerato storico e troppo vecchio per appartenere alla contemporaneità, e in tal senso non riescono ad essere viste con la dovuta attenzione di chi vuole salvaguardare l’immagine di un paesaggio in evoluzione. Con tali presupposti, il saggio prova ad indagare due questioni strettamente connesse fra loro: la perdita del valore estetico delle infrastrutture attuali e l’incapacità contemporanea di rintracciare la qualità estetica delle infrastrutture del passato, veri e propri monumenti della modernità.
2012
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