Il contributo esamina alcuni importanti manufatti in cristallo di rocca di origine veneziana presenti in Umbria, nella Basilica di San Francesco ad Assisi e a Foligno. L’analisi tocca gli aspetti stilistici e la diffusione in questa regione. Diffusione condizionata sia dal favore riscosso da questo tipo di opere in ambito francescano, sia da motivi legati alle rotte commerciali e alla viabilità. Un primo risultato riguarda una diversa collocazione cronologica, anticipata di circa cinquanta anni, per un ricco completo d’altare composto in origine di croce, pisside e due candelabri il tutto in cristallo di rocca veneziano, donato da Galgano de Marra “de regno Apulie” alla basilica francescana di Assisi. Menzionato in un inventario della Basilica del 1338, il dono non risale, come solitamente asserito, ai primi anni trenta del Trecento, sulla base dell’identificazione di un Galgano de Marra vissuto nella prima metà del XIV secolo. Ma invece dovette arrivare alla Basilica in concomitanza o poco dopo la morte di un diverso personaggio con lo stesso nome, stretto fiduciario di Carlo I d’Angiò, giustiziato nel 1283. Una simile datazione, più compatibile con lo stile dei candelabri, unica parte del corredo ancora conservata nel Tesoro della Basilica, permette di inquadrare più correttamente questo dono, quale una delle più antiche attestazioni certe di manufatti veneziani in cristallo di rocca con miniature sotto cristallo. E potrebbe inoltre spiegare la fortuna di simili oggetti in ambito francescano. Il testo si sofferma poi sull’esame di un altro oggetto in cristallo, la croce veneziana ancora conservata nel Tesoro della Basilica francescana, con miniature sotto cristallo uscite dalla bottega del Messale Marciano Lat. III 111 e smalti traslucidi, databile su base stilistica poco prima del 1338, anno in cui è ricordata nell’inventario della Basilica assisiate. La croce di Assisi permette di contestualizzare meglio l’altra, poco conosciuta, principale obbiettivo di questo contributo, conservata nel Duomo di Foligno (ora al Museo Diocesano), della quale si rendono note alcune menzioni rintracciate in inventari quattrocenteschi. Anche’essa è in cristallo di rocca e argento dorato, con nodo in rame dorato e miniature sotto cristallo. Le miniature uscirono dalla medesima bottega del Messale Marciano Lat. III 111, ma particolare interesse destano le microsculture. Soprattutto la statuina del Cristo crocifisso, alta 6,5, ha una forza plastica e un respiro classico degno di opere di dimensioni molto maggiori, ed i cui modelli vanno individuati nella scultura toscana tra Andrea e Nino Pisano, in particolare alcuni crocifissi di Andrea databili attorno agli anni quaranta; datazione che concorderebbe con le miniature sotto cristallo e quindi confermerebbe una realizzazione della croce folignate verso il 1345-50. Indizio, probabilmente, di una penetrazione a Venezia della plastica della cerchia di Andrea Pisano già prima dell’arrivo delle statue di Nino per il Monumento Cornaro. Foligno era un nodo fondamentale dei traffici commerciali veneziani dal porto di Ancona verso Roma, infatti altri oggetti in cristallo di rocca, probabilmente veneziani, sono ricordati dagli inventari del Duomo di Foligno. Alcuni furono commissionati da Corrado Trinci, signore della città fino al 1419, e uno di questi è stato qui identificato.

La croce in cristallo di rocca del Duomo di Foligno e la circolazione di opere veneziane in Umbria nel Trecento

SANTANICCHIA, Mirko
2011

Abstract

Il contributo esamina alcuni importanti manufatti in cristallo di rocca di origine veneziana presenti in Umbria, nella Basilica di San Francesco ad Assisi e a Foligno. L’analisi tocca gli aspetti stilistici e la diffusione in questa regione. Diffusione condizionata sia dal favore riscosso da questo tipo di opere in ambito francescano, sia da motivi legati alle rotte commerciali e alla viabilità. Un primo risultato riguarda una diversa collocazione cronologica, anticipata di circa cinquanta anni, per un ricco completo d’altare composto in origine di croce, pisside e due candelabri il tutto in cristallo di rocca veneziano, donato da Galgano de Marra “de regno Apulie” alla basilica francescana di Assisi. Menzionato in un inventario della Basilica del 1338, il dono non risale, come solitamente asserito, ai primi anni trenta del Trecento, sulla base dell’identificazione di un Galgano de Marra vissuto nella prima metà del XIV secolo. Ma invece dovette arrivare alla Basilica in concomitanza o poco dopo la morte di un diverso personaggio con lo stesso nome, stretto fiduciario di Carlo I d’Angiò, giustiziato nel 1283. Una simile datazione, più compatibile con lo stile dei candelabri, unica parte del corredo ancora conservata nel Tesoro della Basilica, permette di inquadrare più correttamente questo dono, quale una delle più antiche attestazioni certe di manufatti veneziani in cristallo di rocca con miniature sotto cristallo. E potrebbe inoltre spiegare la fortuna di simili oggetti in ambito francescano. Il testo si sofferma poi sull’esame di un altro oggetto in cristallo, la croce veneziana ancora conservata nel Tesoro della Basilica francescana, con miniature sotto cristallo uscite dalla bottega del Messale Marciano Lat. III 111 e smalti traslucidi, databile su base stilistica poco prima del 1338, anno in cui è ricordata nell’inventario della Basilica assisiate. La croce di Assisi permette di contestualizzare meglio l’altra, poco conosciuta, principale obbiettivo di questo contributo, conservata nel Duomo di Foligno (ora al Museo Diocesano), della quale si rendono note alcune menzioni rintracciate in inventari quattrocenteschi. Anche’essa è in cristallo di rocca e argento dorato, con nodo in rame dorato e miniature sotto cristallo. Le miniature uscirono dalla medesima bottega del Messale Marciano Lat. III 111, ma particolare interesse destano le microsculture. Soprattutto la statuina del Cristo crocifisso, alta 6,5, ha una forza plastica e un respiro classico degno di opere di dimensioni molto maggiori, ed i cui modelli vanno individuati nella scultura toscana tra Andrea e Nino Pisano, in particolare alcuni crocifissi di Andrea databili attorno agli anni quaranta; datazione che concorderebbe con le miniature sotto cristallo e quindi confermerebbe una realizzazione della croce folignate verso il 1345-50. Indizio, probabilmente, di una penetrazione a Venezia della plastica della cerchia di Andrea Pisano già prima dell’arrivo delle statue di Nino per il Monumento Cornaro. Foligno era un nodo fondamentale dei traffici commerciali veneziani dal porto di Ancona verso Roma, infatti altri oggetti in cristallo di rocca, probabilmente veneziani, sono ricordati dagli inventari del Duomo di Foligno. Alcuni furono commissionati da Corrado Trinci, signore della città fino al 1419, e uno di questi è stato qui identificato.
2011
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/916967
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