Nel presente articolo si svolgono alcune considerazioni riguardanti l'applicazione al caso degli insediamenti storici della procedura di Certificazione/Qualificazione Sismica degli edifici in muratura esistenti messa a punto dagli Autori nell’ambito di una ricerca condotta dalla Università di Perugia con la Regione dell’Umbria. La procedura, messa a punto su casi reali, grazie anche al contributo di rappresentanti del mondo professionale, è applicabile su US e su aggregati, e attribuisce una classe convenzionale di prestazione dell’edificio nei confronti delle azioni sismiche istituendo un lessico simile a quello adottato per la certificazione energetica (dalla A+ corrispondente alla certificazione con le NTC fino alla E, la peggiore). Le classi di qualificazione sismica, derivanti da un'analisi dei principali elementi vulnerabili e da una serie di verifiche numeriche semplificate, consentono di valutare e raffrontare la prestazione antisismica dell'edificio in forma sintetica e con diversi livelli di approfondimento senza richiedere il rilievo dettagliato dell’edificio. Le caratteristiche della procedura di certificazione sismica sembrano particolarmente adatte al caso della stima di vulnerabilità urbana in quanto consentono una quantificazione speditiva ma sufficientemente rigorosa per applicazioni a scala urbana della massima accelerazione sostenibile dagli edifici. In tal modo, quando sia noto il sisma di scenario, è possibile stimare ragionevolmente il livello di danno che è lecito attendersi dai vari edifici di un insediamento storico e valutare il rispetto degli Stati Limite per l'insediamento storico SLVis ed SLDis previsti nello "Studio propedeutico all’elaborazione di strumenti d’indirizzo per l’applicazione della normativa sismica agli insediamenti storici" curato da uno specifico Gruppo di Lavoro del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel 2012.

La Certificazione Sismica degli edifici: possibili applicazioni per la stima della vulnerabilità urbana degli insediamenti storici

BORRI, Antonio;
2013

Abstract

Nel presente articolo si svolgono alcune considerazioni riguardanti l'applicazione al caso degli insediamenti storici della procedura di Certificazione/Qualificazione Sismica degli edifici in muratura esistenti messa a punto dagli Autori nell’ambito di una ricerca condotta dalla Università di Perugia con la Regione dell’Umbria. La procedura, messa a punto su casi reali, grazie anche al contributo di rappresentanti del mondo professionale, è applicabile su US e su aggregati, e attribuisce una classe convenzionale di prestazione dell’edificio nei confronti delle azioni sismiche istituendo un lessico simile a quello adottato per la certificazione energetica (dalla A+ corrispondente alla certificazione con le NTC fino alla E, la peggiore). Le classi di qualificazione sismica, derivanti da un'analisi dei principali elementi vulnerabili e da una serie di verifiche numeriche semplificate, consentono di valutare e raffrontare la prestazione antisismica dell'edificio in forma sintetica e con diversi livelli di approfondimento senza richiedere il rilievo dettagliato dell’edificio. Le caratteristiche della procedura di certificazione sismica sembrano particolarmente adatte al caso della stima di vulnerabilità urbana in quanto consentono una quantificazione speditiva ma sufficientemente rigorosa per applicazioni a scala urbana della massima accelerazione sostenibile dagli edifici. In tal modo, quando sia noto il sisma di scenario, è possibile stimare ragionevolmente il livello di danno che è lecito attendersi dai vari edifici di un insediamento storico e valutare il rispetto degli Stati Limite per l'insediamento storico SLVis ed SLDis previsti nello "Studio propedeutico all’elaborazione di strumenti d’indirizzo per l’applicazione della normativa sismica agli insediamenti storici" curato da uno specifico Gruppo di Lavoro del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel 2012.
2013
9788897385592
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1330121
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