Nell’articolo vengono prese in esame le "scalae Graecae", scale ricordate da Gellio (10, 15, 29) e da Servio (Aen., 4, 626) ed a Roma funzionali a garantire la riservatezza della "flaminica Dialis". Soprattutto grazie alla lettura di selezionate fonti letterarie, si cerca di comprendere i motivi che portarono a definire questa tipologia di scala con un attributo che richiamava in modo diretto la Grecia e le sue consuetudini. È verosimile che le scale in legno che nelle case greche salivano al secondo piano fossero provviste – proprio come le "scalae Graecae" descritte da Servio – di tavolati chiusi lateralmente: un espediente utile ad evitare la visione dal basso delle donne che si recavano al piano superiore, dove almeno fino all’avanzata età classica erano normalmente disposti il "thàlamos" e il "gynaikonìtis". Si propone di ubicare dunque le "scalae Graecae" non in un’area pubblica, bensì all’interno della "domus Flaminia", dimora nella quale del resto potevano introdursi senza preavviso persone del tutto estranee al nucleo familiare in cerca di protezione (GELL., 10, 15, 8) ed il cui sguardo poteva incontrare la "flaminica". - This paper examines the "scalae Graecae": the staircases mentioned in Gellius (10, 15, 29) and Servius (Aen., 4, 626), which in Rome had the function to guard the modesty of the "flaminica Dialis". Thanks to selected literary sources, it is possible to understand the reasons that have led to define this typology of staircase with an attribute relating directly to Greece and Greek practises. It is likely that the wooden stairs that went up to the second floor in Greek houses were provided, just like the "scalae Graecae" described by Servius, with closed barriers on the sides: a useful expedient to avoid the view from below of the women who went to the upper floor where, at least until the advanced Classical Age, the "thàlamos" and the "gynaikonìtis" were normally located. It is therefore proposed to site the "scalae Graecae" not in a public area, but within the "domus Flaminia": a house in which people completely unrelated to the flaminica’s family could access without notice in search of protection (GELL., 10, 15, 8) and where the "flaminica" had to be shielded from undesired meetings.
Le "Scalae Graecae" e la "Domus Flaminia"
Marcattili
2019
Abstract
Nell’articolo vengono prese in esame le "scalae Graecae", scale ricordate da Gellio (10, 15, 29) e da Servio (Aen., 4, 626) ed a Roma funzionali a garantire la riservatezza della "flaminica Dialis". Soprattutto grazie alla lettura di selezionate fonti letterarie, si cerca di comprendere i motivi che portarono a definire questa tipologia di scala con un attributo che richiamava in modo diretto la Grecia e le sue consuetudini. È verosimile che le scale in legno che nelle case greche salivano al secondo piano fossero provviste – proprio come le "scalae Graecae" descritte da Servio – di tavolati chiusi lateralmente: un espediente utile ad evitare la visione dal basso delle donne che si recavano al piano superiore, dove almeno fino all’avanzata età classica erano normalmente disposti il "thàlamos" e il "gynaikonìtis". Si propone di ubicare dunque le "scalae Graecae" non in un’area pubblica, bensì all’interno della "domus Flaminia", dimora nella quale del resto potevano introdursi senza preavviso persone del tutto estranee al nucleo familiare in cerca di protezione (GELL., 10, 15, 8) ed il cui sguardo poteva incontrare la "flaminica". - This paper examines the "scalae Graecae": the staircases mentioned in Gellius (10, 15, 29) and Servius (Aen., 4, 626), which in Rome had the function to guard the modesty of the "flaminica Dialis". Thanks to selected literary sources, it is possible to understand the reasons that have led to define this typology of staircase with an attribute relating directly to Greece and Greek practises. It is likely that the wooden stairs that went up to the second floor in Greek houses were provided, just like the "scalae Graecae" described by Servius, with closed barriers on the sides: a useful expedient to avoid the view from below of the women who went to the upper floor where, at least until the advanced Classical Age, the "thàlamos" and the "gynaikonìtis" were normally located. It is therefore proposed to site the "scalae Graecae" not in a public area, but within the "domus Flaminia": a house in which people completely unrelated to the flaminica’s family could access without notice in search of protection (GELL., 10, 15, 8) and where the "flaminica" had to be shielded from undesired meetings.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.