Il progetto “Cantieri di genitorialità solidale” si è realizzato nella Zona Sociale n. 2 della Regione Umbria (Perugia, Corciano e Torgiano) nell’anno 2015 con lo scopo di promuovere e realizzare esperienze di genitorialità condivisa attraverso l’attivazione di tavoli territoriali in presenza di tutte le realtà associative operanti nella fascia 0-6 anni. Il progetto ha avuto il merito di attivare legami e percorsi di cittadinanza attiva e di reciproco aiuto tra adulti e famiglie, in un’ottica di reciproca contaminazione e riappropriazione. Il significato profondo del progetto si è collocato all’interno di una cornice interpretativa che attesta da un lato bisogni crescenti e fragilità più o meno sommerse della genitorialità, ma dall’altro anche l’impossibilità di appellarsi e richiamare a sé forme di risposte tradizionali e provate. Nell’epoca della “liquidità” sociale e della giostra continua tra colpevolizzatori e colpevolizzati, paradossalmente le ricette sulla genitorialità tradizionali o comunque testate da altri non funzionano più: l’unica possibilità di salvezza rispetto alle difficoltà esperite nella quotidianità familiare è non l’attesa di soluzioni esterne, ma la riconquista progressiva dei propri poteri decisionali e dei propri compiti di cura, in una sorta di oasi fatta di ascolti puliti e di rischi assunti. Nuovamente la sfida si pone su un piano puramente educativo anche con le figure che hanno compiti di sostegno alla genitorialità, chiamate ad attivare occasioni di empowerment e di autoefficacia.

Cantieri di genitorialità solidale: un progetto di empowerment comunitario.

Sannipoli Moira
2018

Abstract

Il progetto “Cantieri di genitorialità solidale” si è realizzato nella Zona Sociale n. 2 della Regione Umbria (Perugia, Corciano e Torgiano) nell’anno 2015 con lo scopo di promuovere e realizzare esperienze di genitorialità condivisa attraverso l’attivazione di tavoli territoriali in presenza di tutte le realtà associative operanti nella fascia 0-6 anni. Il progetto ha avuto il merito di attivare legami e percorsi di cittadinanza attiva e di reciproco aiuto tra adulti e famiglie, in un’ottica di reciproca contaminazione e riappropriazione. Il significato profondo del progetto si è collocato all’interno di una cornice interpretativa che attesta da un lato bisogni crescenti e fragilità più o meno sommerse della genitorialità, ma dall’altro anche l’impossibilità di appellarsi e richiamare a sé forme di risposte tradizionali e provate. Nell’epoca della “liquidità” sociale e della giostra continua tra colpevolizzatori e colpevolizzati, paradossalmente le ricette sulla genitorialità tradizionali o comunque testate da altri non funzionano più: l’unica possibilità di salvezza rispetto alle difficoltà esperite nella quotidianità familiare è non l’attesa di soluzioni esterne, ma la riconquista progressiva dei propri poteri decisionali e dei propri compiti di cura, in una sorta di oasi fatta di ascolti puliti e di rischi assunti. Nuovamente la sfida si pone su un piano puramente educativo anche con le figure che hanno compiti di sostegno alla genitorialità, chiamate ad attivare occasioni di empowerment e di autoefficacia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1459593
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