L'inserimento degli impianti fotovoltaici nel territorio agricolo nazionale è un tema molto attuale e fonte di notevole dibattito, in cui si confrontano due verità tra loro contrapposte. Da una parte, il fotovoltaico è una grande opportunità per l'agricoltura, vista l'estrema versatilità della tecnologia che determina la possibilità di integrare i pannelli sulle coperture e sulle facciate degli edifici esistenti (Bonari et al., 2009) sfruttando così superfici già disponibili, non utilizzate e, soprattutto, non produttive. Dall'altra parte, la natura diffusa e la relativamente bassa densità superficiale dell'energia solare che alimenta i pannelli fotovoltaici comportano l'occupazione da parte degli impianti di aree estese di territorio (Coiante, 2004). Più in generale, il coinvolgimento massiccio dell'agricoltura nella produzione di risorse energetiche, attraverso la destinazione del terreno agrario ad usi diversi dalla produzione di biomassa vegetale per l'alimentazione umana e animale, comporta rilevanti implicazioni di carattere etico ed economico. Occorre far notare che, fin dal decreto ministeriale 19/02/2007, Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante la conversione fotovoltaica della fonte solare in attuazione dell'articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, il legislatore ha cercato di favorire l'installazione degli impianti sulle coperture e sulle facciate degli edifici, con incentivi differenziati a seconda del loro grado di integrazione architettonica, distinguendo fra impianti totalmente integrati, impianti parzialmente integrati e impianti non integrati (Gse, 2009) (1). Il nuovo decreto ministeriale 06/08/2010, Incentivazione della produzione di energia mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, che ha sancito l'avvento del terzo conto energia a partire dal 1 gennaio 2011, ha confermato questa impostazione di base distinguendo gli impianti realizzati su edifici dagli altri impianti fotovoltaici (Fiala e Beghi, 2010) (2). Tuttavia, l'applicazione più semplice della tecnologia fotovoltaica è quella dell'installazione dei pannelli a terra, sostenuti da una struttura metallica atta a favorirne la massima produttività attraverso l'inclinazione ottimale. Obiettivo di questo articolo è proporre un tentativo di stima dell'entità della sottrazione di superfici agricole in uno scenario di capillare diffusione della tecnologia fotovoltaica in Italia e, successivamente, una breve valutazione dei provvedimenti adottati o in via di adozione per regolamentare questo fenomeno.

La diffusione del fotovoltaico in Italia e l’impatto sull’agricoltura

Angelo Frascarelli;Stefano Ciliberti
2011

Abstract

L'inserimento degli impianti fotovoltaici nel territorio agricolo nazionale è un tema molto attuale e fonte di notevole dibattito, in cui si confrontano due verità tra loro contrapposte. Da una parte, il fotovoltaico è una grande opportunità per l'agricoltura, vista l'estrema versatilità della tecnologia che determina la possibilità di integrare i pannelli sulle coperture e sulle facciate degli edifici esistenti (Bonari et al., 2009) sfruttando così superfici già disponibili, non utilizzate e, soprattutto, non produttive. Dall'altra parte, la natura diffusa e la relativamente bassa densità superficiale dell'energia solare che alimenta i pannelli fotovoltaici comportano l'occupazione da parte degli impianti di aree estese di territorio (Coiante, 2004). Più in generale, il coinvolgimento massiccio dell'agricoltura nella produzione di risorse energetiche, attraverso la destinazione del terreno agrario ad usi diversi dalla produzione di biomassa vegetale per l'alimentazione umana e animale, comporta rilevanti implicazioni di carattere etico ed economico. Occorre far notare che, fin dal decreto ministeriale 19/02/2007, Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante la conversione fotovoltaica della fonte solare in attuazione dell'articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, il legislatore ha cercato di favorire l'installazione degli impianti sulle coperture e sulle facciate degli edifici, con incentivi differenziati a seconda del loro grado di integrazione architettonica, distinguendo fra impianti totalmente integrati, impianti parzialmente integrati e impianti non integrati (Gse, 2009) (1). Il nuovo decreto ministeriale 06/08/2010, Incentivazione della produzione di energia mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, che ha sancito l'avvento del terzo conto energia a partire dal 1 gennaio 2011, ha confermato questa impostazione di base distinguendo gli impianti realizzati su edifici dagli altri impianti fotovoltaici (Fiala e Beghi, 2010) (2). Tuttavia, l'applicazione più semplice della tecnologia fotovoltaica è quella dell'installazione dei pannelli a terra, sostenuti da una struttura metallica atta a favorirne la massima produttività attraverso l'inclinazione ottimale. Obiettivo di questo articolo è proporre un tentativo di stima dell'entità della sottrazione di superfici agricole in uno scenario di capillare diffusione della tecnologia fotovoltaica in Italia e, successivamente, una breve valutazione dei provvedimenti adottati o in via di adozione per regolamentare questo fenomeno.
2011
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1553368
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact