Da quando negli anni ’70 del secolo scorso Dan Olweus iniziò lo studio sistematico del bullismo, la ricerca psicologica si è continuamente arricchita di contributi volti ad indagare la natura del fenomeno, i suoi correlati psicologici, le sue cause, le conseguenze a breve ed a lungo termine per i soggetti coinvolti, nonché i fattori di rischio e di protezione associati. A fronte delle conoscenze raggiunte dalla ricerca nell’area delle cosiddette “forme tradizionali” di bullismo, si è recentemente diffusa una nuova modalità di fare prepotenze in parallelo al diffondersi di nuovi mezzi di comunicazione (cellulari, internet, servizi di messaggistica istantanea tipo WhatsApp, chat, social network, ecc.): questa forma prende il nome di bullismo elettronico, o cyberbullying. Dopo una prima parte incentrata sul significato che può assumere per i bambini ed i ragazzi di oggi lo sperimentarsi in interazioni e relazioni online, il nostro contributo intende esplorare la diffusione del cyberbullying nel contesto italiano, con particolare riferimento alla fascia d’età della scuola secondaria di primo grado. Nello specifico, l’attenzione sarà posta sull’interazione tra fattori di rischio ambientali e fattori di rischio individuali che possono concorrere nell’attuale “always-on generation” ad aumentare la probabilità di compiere azioni di aggressività e bullismo tramite mezzi elettronici. Nel fare ciò sarà passata in rassegna la letteratura scientifica recente, sia nazionale che internazionale, e sarà posta particolare enfasi nell’individuare somiglianze e differenze tra le modalità aggressive “tradizionali” e le nuove forme mediate dai mezzi elettronici.

Tra reale e virtuale: aggressività e bullismo nell’era digitale

BARONCELLI, ANDREA;
2014

Abstract

Da quando negli anni ’70 del secolo scorso Dan Olweus iniziò lo studio sistematico del bullismo, la ricerca psicologica si è continuamente arricchita di contributi volti ad indagare la natura del fenomeno, i suoi correlati psicologici, le sue cause, le conseguenze a breve ed a lungo termine per i soggetti coinvolti, nonché i fattori di rischio e di protezione associati. A fronte delle conoscenze raggiunte dalla ricerca nell’area delle cosiddette “forme tradizionali” di bullismo, si è recentemente diffusa una nuova modalità di fare prepotenze in parallelo al diffondersi di nuovi mezzi di comunicazione (cellulari, internet, servizi di messaggistica istantanea tipo WhatsApp, chat, social network, ecc.): questa forma prende il nome di bullismo elettronico, o cyberbullying. Dopo una prima parte incentrata sul significato che può assumere per i bambini ed i ragazzi di oggi lo sperimentarsi in interazioni e relazioni online, il nostro contributo intende esplorare la diffusione del cyberbullying nel contesto italiano, con particolare riferimento alla fascia d’età della scuola secondaria di primo grado. Nello specifico, l’attenzione sarà posta sull’interazione tra fattori di rischio ambientali e fattori di rischio individuali che possono concorrere nell’attuale “always-on generation” ad aumentare la probabilità di compiere azioni di aggressività e bullismo tramite mezzi elettronici. Nel fare ciò sarà passata in rassegna la letteratura scientifica recente, sia nazionale che internazionale, e sarà posta particolare enfasi nell’individuare somiglianze e differenze tra le modalità aggressive “tradizionali” e le nuove forme mediate dai mezzi elettronici.
2014
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1588672
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