Per approfondire il profilo psicologico degli attori coinvolti nel fenomeno del bullismo, scopo del presente lavoro è valutare quali emozioni, positive o negative, i bulli e le vittime attribuiscano ad un bullo ipotetico. Secondo l’approccio che vede i bulli come abili manipolatori sociali, una possibile causa del loro comportamento potrebbe risiedere nelle emozioni che vivono relativamente agli episodi di prepotenza (Arsenio & Lamerise, 2001); lo stesso atteggiamento di disimpegno morale che caratterizza i bulli può trovare la sua espressione sul piano emotivo attraverso i vissuti di orgoglio e felicità per gli esiti della propria condotta (Menesini, Fonzi & Sanchez, 2002). Ancora poco indagata è la percezione che la vittima ha del vissuto emotivo del bullo impegnato in un atto di prepotenza; aspetto importante se consideriamo la minore competenza che le vittime sembrano avere nell’interpretare alcuni avvenimenti (Smith et al., 1993) o nello svolgere compiti di riconoscimento delle emozioni (Ciucci & Fonzi, 1999; Woods et al., 2009), e se pensiamo a come tale difficoltà potrebbe indurre la vittima a non riconoscere il bullo come aggressore e conseguentemente a non difendersi. Hanno partecipato alla ricerca 529 studenti (M=12 anni e 7 mesi, DS=1 anni e 2 mesi) frequentanti le classi prime e terze di una scuola media del centro Italia (247 maschi e 282 femmine).
ATTRIBUZIONE DI STATI EMOTIVI A BULLI E CYBERBULLI: UNO STUDIO ESPLORATIVO CON STUDENTI DI SCUOLA MEDIA
BARONCELLI, ANDREA
2013
Abstract
Per approfondire il profilo psicologico degli attori coinvolti nel fenomeno del bullismo, scopo del presente lavoro è valutare quali emozioni, positive o negative, i bulli e le vittime attribuiscano ad un bullo ipotetico. Secondo l’approccio che vede i bulli come abili manipolatori sociali, una possibile causa del loro comportamento potrebbe risiedere nelle emozioni che vivono relativamente agli episodi di prepotenza (Arsenio & Lamerise, 2001); lo stesso atteggiamento di disimpegno morale che caratterizza i bulli può trovare la sua espressione sul piano emotivo attraverso i vissuti di orgoglio e felicità per gli esiti della propria condotta (Menesini, Fonzi & Sanchez, 2002). Ancora poco indagata è la percezione che la vittima ha del vissuto emotivo del bullo impegnato in un atto di prepotenza; aspetto importante se consideriamo la minore competenza che le vittime sembrano avere nell’interpretare alcuni avvenimenti (Smith et al., 1993) o nello svolgere compiti di riconoscimento delle emozioni (Ciucci & Fonzi, 1999; Woods et al., 2009), e se pensiamo a come tale difficoltà potrebbe indurre la vittima a non riconoscere il bullo come aggressore e conseguentemente a non difendersi. Hanno partecipato alla ricerca 529 studenti (M=12 anni e 7 mesi, DS=1 anni e 2 mesi) frequentanti le classi prime e terze di una scuola media del centro Italia (247 maschi e 282 femmine).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.