Le nuove forme tecnologiche di comunicazione si caratterizzano per essere un’estensione della mente umana che si intreccia con il mondo “reale” e che determina nei fruitori importanti ristrutturazioni cognitive, emotive e relazionali. Oltre alle innumerevoli potenzialità, l’uso delle nuove tecnologie può comportare problematiche inerenti l’incapacità di regolare l’utilizzo di questi mezzi, la preferenza quasi esclusiva della Rete per entrare in contatto con gli altri, e la perdita di importanti esperienze nel mondo “reale”. Scopo di questa ricerca è esplorare l’associazione tra l’uso problematico di Internet e il bullismo tra pari perpetrato tramite i nuovi mezzi di comunicazione, definito cyberbullismo. Metodo. Alla ricerca hanno partecipato 214 studenti adolescenti di due scuole secondarie di secondo grado del Centro Italia (89 femmine, età media = 16,64 anni, ds = 1,69 anni). L’uso problematico di Internet è stato rilevato tramite il questionario self report Generalized Problematic Internet Use Scale 2 (15 item), che misura una dimensione generale e quattro dimensioni specifiche: POSI (preferenza per le interazioni online rispetto a quelle faccia a faccia), mood regulation (usare la Rete per attenuare emozioni negative), deficient self-regulation (pensieri ossessivi legati alla Rete ed uso compulsivo) e negative outcomes (problemi personali, sociali e professionali conseguenti all'uso della Rete). I comportamenti di cyberbullismo agito e subito (offese e minacce, diffusione di immagini e video, furto di identità, esclusione da gruppi online) sono stati indagati tramite il Florence Cyberbullying-Cybervictimization Scales (18 item). Risultati. Analisi di correlazione parziale (è stato messo a parzializzare il cyberbullismo agito per il cyberbullismo subito, e viceversa, oltre alle altre dimensioni del GPIUS) hanno evidenziato che, nei maschi, il cyberbullismo agito correla positivamente con il punteggio complessivo del GPIUS (Rho = .19, p < .05), e nello specifico con la dimensione negative outcomes (Rho = .27, p < .01); il cyberbullismo subito si associa positivamente con la dimensione POSI (Rho = .26, p < .01). Nelle femmine emerge un’associazione positiva tra il cyberbullismo subito e il punteggio complessivo del questionario GPIUS (Rho = .21, p < .05). Conclusioni. I risultati indicano che il cyberbullismo agito non si lega all’uso della Rete per compensare problematiche di regolazione o relazionali, tanto che è possibile ipotizzare che la Rete sia usata in maniera strumentale per il compimento delle prepotenze, senza però rimanerne “intrappolati”. Al contrario, in continuità con la letteratura sul bullismo nei contesti faccia a faccia, sembrano essere gli adolescenti che sperimentano alti livelli di cyber vittimizzazione a mostrare un uso problematico della Rete in termini relazionali.
USO PROBLEMATICO DI INTERNET E CYBERBULLISMO IN STUDENTI ADOLESCENTI
BARONCELLI, ANDREA;
2016
Abstract
Le nuove forme tecnologiche di comunicazione si caratterizzano per essere un’estensione della mente umana che si intreccia con il mondo “reale” e che determina nei fruitori importanti ristrutturazioni cognitive, emotive e relazionali. Oltre alle innumerevoli potenzialità, l’uso delle nuove tecnologie può comportare problematiche inerenti l’incapacità di regolare l’utilizzo di questi mezzi, la preferenza quasi esclusiva della Rete per entrare in contatto con gli altri, e la perdita di importanti esperienze nel mondo “reale”. Scopo di questa ricerca è esplorare l’associazione tra l’uso problematico di Internet e il bullismo tra pari perpetrato tramite i nuovi mezzi di comunicazione, definito cyberbullismo. Metodo. Alla ricerca hanno partecipato 214 studenti adolescenti di due scuole secondarie di secondo grado del Centro Italia (89 femmine, età media = 16,64 anni, ds = 1,69 anni). L’uso problematico di Internet è stato rilevato tramite il questionario self report Generalized Problematic Internet Use Scale 2 (15 item), che misura una dimensione generale e quattro dimensioni specifiche: POSI (preferenza per le interazioni online rispetto a quelle faccia a faccia), mood regulation (usare la Rete per attenuare emozioni negative), deficient self-regulation (pensieri ossessivi legati alla Rete ed uso compulsivo) e negative outcomes (problemi personali, sociali e professionali conseguenti all'uso della Rete). I comportamenti di cyberbullismo agito e subito (offese e minacce, diffusione di immagini e video, furto di identità, esclusione da gruppi online) sono stati indagati tramite il Florence Cyberbullying-Cybervictimization Scales (18 item). Risultati. Analisi di correlazione parziale (è stato messo a parzializzare il cyberbullismo agito per il cyberbullismo subito, e viceversa, oltre alle altre dimensioni del GPIUS) hanno evidenziato che, nei maschi, il cyberbullismo agito correla positivamente con il punteggio complessivo del GPIUS (Rho = .19, p < .05), e nello specifico con la dimensione negative outcomes (Rho = .27, p < .01); il cyberbullismo subito si associa positivamente con la dimensione POSI (Rho = .26, p < .01). Nelle femmine emerge un’associazione positiva tra il cyberbullismo subito e il punteggio complessivo del questionario GPIUS (Rho = .21, p < .05). Conclusioni. I risultati indicano che il cyberbullismo agito non si lega all’uso della Rete per compensare problematiche di regolazione o relazionali, tanto che è possibile ipotizzare che la Rete sia usata in maniera strumentale per il compimento delle prepotenze, senza però rimanerne “intrappolati”. Al contrario, in continuità con la letteratura sul bullismo nei contesti faccia a faccia, sembrano essere gli adolescenti che sperimentano alti livelli di cyber vittimizzazione a mostrare un uso problematico della Rete in termini relazionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.