Introduzione. Nel 2010 la Mattel ha affiancato la commercializzazione della classica Barbie con quella delle Monster High, che costituiscono chiare espressioni di quel mondo gotico strettamente legato al sentimento di crisi del Sé post-moderno (Tassi, Ciucci, Baroncelli, & Batani, 2017). Obiettivo dello studio è approfondire il modello identitario veicolato da queste due bambole in preadolescenti e giovani adulti. Ipotizziamo che alla Monster High vengano attribuiti tratti meno socialmente desiderabili dai preadolescenti, che continuano a ragionare per categorie dicotomiche tipiche dell’infanzia, mentre ciò non dovrebbe accadere nei giovani adulti i quali presentano una visione poliedrica della realtà. Metodo. A 54 studenti di scuola media (31 femmine, età m=11,56 anni) e 90 studenti universitari (55 femmine, età m=23,38 anni) sono state mostrate, in maniera alternata, le due bambole chiedendo di attribuire caratteristiche relative a: età, bellezza, qualità morali, successo sociale, tratti di personalità inerenti la regolazione emotiva e comportamentale. Per quest’ultimo scopo sono stati utilizzati l’Inventory of Callous-Unemotional Traits (ICU; validazione italiana di Ciucci et al., 2014) che si articola nelle sottoscale Unemotional (scarsa espressività emotiva), Callousness (scarsa partecipazione alle emozioni altrui) e Uncaring (scarsa responsabilità del vivere comunitario), ed il BIS/BAS (validazione italiana di Leone et al., 2002) che misura i sistemi motivazionali sottostanti il comportamento, in termini di inibizione (BIS) e attivazione (Drive, Reward e Fun). Sono stati eseguiti confronti tra punteggi medi entro e tra gruppi tramite il T test. Risultati. I preadolescenti giudicano la Barbie più bella (t=5.218, p<.001), più buona (t=6.174, p<.001), e più popolare (t=7.849, p<.001) rispetto alla Monster; alla Barbie vengono attribuiti più alti livelli di BIS (t=6.874, p<.001), Reward (t=3.900, p<.001) e Fun (t=2.527, p<.001), mentre alla Monster più alti livelli di Callousness (t=-8.075, p<.001), Uncaring (t=-7.996, p<.001), Unemotional (t=-8.010, p<.001) e Drive (t=-3.454, p<.001). I giovani adulti valutano la Barbie più bella (t=10.474, p<.001), più popolare (t=18.281, p<.001) e più grande (t=9.310, p<.001) rispetto alla Monster; alla Barbie vengono attribuiti più alti livelli di Reward (t=8.691, p<.001), Fun (t=4.017, p<.001) e Drive (t=6.690, p<.001), mentre la Monster mostra più alti livelli di Unemotional (t=-4.877, p<.001). Conclusioni. Preadolescenti e giovani adulti attribuiscono alla Monster, rispetto alla Barbie, qualità estetiche negative e bassa popolarità sociale, mentre si differenziano per l’attribuzione di qualità morali e tratti di personalità: i preadolescenti vedono la Monster come meno buona, con una propensione a perseguire i propri obiettivi e dotata di una personalità psicopatica; i giovani adulti attribuiscono alla bambola gotica la difficoltà ad esprimere le proprie emozioni, unitamente ad una bassa agentività.
Dalla Barbie alla gotica Monster High: due modelli identitari a confronto in preadolescenti e giovani adulti
Baroncelli A.;
2017
Abstract
Introduzione. Nel 2010 la Mattel ha affiancato la commercializzazione della classica Barbie con quella delle Monster High, che costituiscono chiare espressioni di quel mondo gotico strettamente legato al sentimento di crisi del Sé post-moderno (Tassi, Ciucci, Baroncelli, & Batani, 2017). Obiettivo dello studio è approfondire il modello identitario veicolato da queste due bambole in preadolescenti e giovani adulti. Ipotizziamo che alla Monster High vengano attribuiti tratti meno socialmente desiderabili dai preadolescenti, che continuano a ragionare per categorie dicotomiche tipiche dell’infanzia, mentre ciò non dovrebbe accadere nei giovani adulti i quali presentano una visione poliedrica della realtà. Metodo. A 54 studenti di scuola media (31 femmine, età m=11,56 anni) e 90 studenti universitari (55 femmine, età m=23,38 anni) sono state mostrate, in maniera alternata, le due bambole chiedendo di attribuire caratteristiche relative a: età, bellezza, qualità morali, successo sociale, tratti di personalità inerenti la regolazione emotiva e comportamentale. Per quest’ultimo scopo sono stati utilizzati l’Inventory of Callous-Unemotional Traits (ICU; validazione italiana di Ciucci et al., 2014) che si articola nelle sottoscale Unemotional (scarsa espressività emotiva), Callousness (scarsa partecipazione alle emozioni altrui) e Uncaring (scarsa responsabilità del vivere comunitario), ed il BIS/BAS (validazione italiana di Leone et al., 2002) che misura i sistemi motivazionali sottostanti il comportamento, in termini di inibizione (BIS) e attivazione (Drive, Reward e Fun). Sono stati eseguiti confronti tra punteggi medi entro e tra gruppi tramite il T test. Risultati. I preadolescenti giudicano la Barbie più bella (t=5.218, p<.001), più buona (t=6.174, p<.001), e più popolare (t=7.849, p<.001) rispetto alla Monster; alla Barbie vengono attribuiti più alti livelli di BIS (t=6.874, p<.001), Reward (t=3.900, p<.001) e Fun (t=2.527, p<.001), mentre alla Monster più alti livelli di Callousness (t=-8.075, p<.001), Uncaring (t=-7.996, p<.001), Unemotional (t=-8.010, p<.001) e Drive (t=-3.454, p<.001). I giovani adulti valutano la Barbie più bella (t=10.474, p<.001), più popolare (t=18.281, p<.001) e più grande (t=9.310, p<.001) rispetto alla Monster; alla Barbie vengono attribuiti più alti livelli di Reward (t=8.691, p<.001), Fun (t=4.017, p<.001) e Drive (t=6.690, p<.001), mentre la Monster mostra più alti livelli di Unemotional (t=-4.877, p<.001). Conclusioni. Preadolescenti e giovani adulti attribuiscono alla Monster, rispetto alla Barbie, qualità estetiche negative e bassa popolarità sociale, mentre si differenziano per l’attribuzione di qualità morali e tratti di personalità: i preadolescenti vedono la Monster come meno buona, con una propensione a perseguire i propri obiettivi e dotata di una personalità psicopatica; i giovani adulti attribuiscono alla bambola gotica la difficoltà ad esprimere le proprie emozioni, unitamente ad una bassa agentività.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.