In questo lavoro vengono presentati i risultati di una campagna sperimentale riguardante lo studio relativo alle possibilità di applicazione, per il rinforzo intradossale di strutture ad arco in muratura, di lamine pultruse in FRP, ovvero di elementi che per le proprie caratteristiche intrinseche possono risolvere talune delle problematiche proprie degli interventi con nastri o tessuti in FRP. Sebbene l’utilizzo degli FRP per il rinforzo di archi e volte sia ormai entrato nella prassi operativa corrente, nell’ipotesi di interventi intradossali varie campagne di indagine sperimentale hanno evidenziato come il comportamento all’interfaccia influenzi notevolmente le prestazioni della struttura: il distacco del rinforzo, a seguito della crisi del supporto o del sistema di incollaggio, può infatti determinare l’innesco di fenomeni di collasso prematuro che risulta necessario prevedere in fase progettuale. In questa ottica la scelta delle lamine è dettata dalla volontà di sfruttare la resistenza a trazione di elementi provvisti di rigidezza a flessione e resistenza a compressione. Ammettendo l’utilizzo di connettori (anche in numero limitato), in grado di impedire meccanicamente lo scorrimento all’interfaccia tra rinforzo e supporto, è possibile infatti ottenere elementi di rinforzo che, a differenza di nastri e tessuti, sono in grado di resistere per forma. A supporto dello studio effettuato è stata impostata una campagna sperimentale su 15 modelli di archi murari rinforzati intradossalmente utilizzando nastri in GRFP e lamine in CFRP. La sperimentazione ha consentito di verificare la validità dell’intervento proposto individuando, contemporaneamente, alcune delle problematiche più comuni alle tecniche di rinforzo correntemente utilizzate.

Rinforzo intradossale di archi in muratura con lamine pultruse in FRP

BORRI, Antonio;CASTORI, GIULIO;CORRADI, Marco
2011

Abstract

In questo lavoro vengono presentati i risultati di una campagna sperimentale riguardante lo studio relativo alle possibilità di applicazione, per il rinforzo intradossale di strutture ad arco in muratura, di lamine pultruse in FRP, ovvero di elementi che per le proprie caratteristiche intrinseche possono risolvere talune delle problematiche proprie degli interventi con nastri o tessuti in FRP. Sebbene l’utilizzo degli FRP per il rinforzo di archi e volte sia ormai entrato nella prassi operativa corrente, nell’ipotesi di interventi intradossali varie campagne di indagine sperimentale hanno evidenziato come il comportamento all’interfaccia influenzi notevolmente le prestazioni della struttura: il distacco del rinforzo, a seguito della crisi del supporto o del sistema di incollaggio, può infatti determinare l’innesco di fenomeni di collasso prematuro che risulta necessario prevedere in fase progettuale. In questa ottica la scelta delle lamine è dettata dalla volontà di sfruttare la resistenza a trazione di elementi provvisti di rigidezza a flessione e resistenza a compressione. Ammettendo l’utilizzo di connettori (anche in numero limitato), in grado di impedire meccanicamente lo scorrimento all’interfaccia tra rinforzo e supporto, è possibile infatti ottenere elementi di rinforzo che, a differenza di nastri e tessuti, sono in grado di resistere per forma. A supporto dello studio effettuato è stata impostata una campagna sperimentale su 15 modelli di archi murari rinforzati intradossalmente utilizzando nastri in GRFP e lamine in CFRP. La sperimentazione ha consentito di verificare la validità dell’intervento proposto individuando, contemporaneamente, alcune delle problematiche più comuni alle tecniche di rinforzo correntemente utilizzate.
2011
9788875220402
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