L’infezione della ferita a seguito di laparotomia esplorativa ha da sempre rappresentato un importante problema nella chirurgia equina, ed ancora oggi rimane una significativa causa di morbilità post-operatoria nonostante i progressi ottenuti nella tecnica chirurgica e nella gestione pre-, intra- e post-operatoria del paziente. L’infezione, oltre ad essere causa di dolore e predisporre a deiscenze della ferita, genera costi aggiuntivi a seguito del prolungamento della degenza e del trattamento. Secondo i dati di diversi studi pubblicati, l’incidenza d’infezione della ferita laparotomica varia tra il 7,4% ed il 37%. È ormai accertato che la presenza di materiale estraneo all’interno delle ferite determina un aumento del rischio di infezioni; uno strato di sutura non necessario può, potenzialmente, avere lo stesso effetto. È pratica comune in chirurgia equina procedere alla chiusura della ferita laparotomica con una tecnica che prevede 3 piani di sutura: fascia, sottocute e cute. È stato ipotizzato che effettuare una chiusura in 2 piani, senza includere quindi il sottocute, potrebbe rappresentare una procedura sicura e capace di diminuire l’incidenza di infezioni.
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Titolo: | Incidenza delle infezioni della celiotomia nel cavallo: due tecniche di chiusura a confronto. |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2009 |
Abstract: | L’infezione della ferita a seguito di laparotomia esplorativa ha da sempre rappresentato un impor...tante problema nella chirurgia equina, ed ancora oggi rimane una significativa causa di morbilità post-operatoria nonostante i progressi ottenuti nella tecnica chirurgica e nella gestione pre-, intra- e post-operatoria del paziente. L’infezione, oltre ad essere causa di dolore e predisporre a deiscenze della ferita, genera costi aggiuntivi a seguito del prolungamento della degenza e del trattamento. Secondo i dati di diversi studi pubblicati, l’incidenza d’infezione della ferita laparotomica varia tra il 7,4% ed il 37%. È ormai accertato che la presenza di materiale estraneo all’interno delle ferite determina un aumento del rischio di infezioni; uno strato di sutura non necessario può, potenzialmente, avere lo stesso effetto. È pratica comune in chirurgia equina procedere alla chiusura della ferita laparotomica con una tecnica che prevede 3 piani di sutura: fascia, sottocute e cute. È stato ipotizzato che effettuare una chiusura in 2 piani, senza includere quindi il sottocute, potrebbe rappresentare una procedura sicura e capace di diminuire l’incidenza di infezioni. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11391/37236 |
Appare nelle tipologie: | 4.1 Contributo in Atti di convegno |