“Non siamo più quelli che eravamo e dobbiamo moltiplicare le nostre identità. Spesso però si ignora che c'è un altro aspetto della molteplicità che riguarda il presente: nella definizione di noi coesistono diverse parti e l'esperienza dell'incertezza nasce proprio dal fatto che non solo non ci possiamo identificare stabilmente nel tempo, ma nell'istante dato non siamo in grado di identificarci totalmente con una sola di queste parti, e in ogni caso dobbiamo scegliere.[...] Si assiste a processi di rinaturalizzazione e risacralizzazione dell'identità, insieme all'emergere di forti disuguaglianze nelle capacità di individuazione. Identità stabili e chiuse, fondamentalismi religiosi o tenici, tendenze alla massificazione, sono l'altra faccia dei processi appena descritti. […] l'identità si configura sempre più come un campo piuttosto che come una realtà essenziale, come un sistema di coordinate o di vettori di significato, con possibilità e limiti che possiamo riconoscere e che contribuiamo a definire.” (Melucci, 1991, pp.107-108) Nelle scienze umane e sociali i concetti, le teorie e i metodi vivono alterne fortune, anche oltre alle questioni epistemologiche e i dati empirici che le sostengono e che contrappongono i vari orientamenti della ricerca e della conoscenza (delle considerazioni di sintesi si trovano in Sparti, 2002). Il tema dell’identità non sfugge a questa regola. Negli ultimi decenni la riflessione attorno all'identità ha conosciuto un forte sviluppo ed ha consentito lo snodarsi di un animato dibattito che, uscito dall'ambito specialistico della ricerca e dai congressi scientifici, ha coinvolto in modo prepotente media, politica e persino gli scambi quotidiani dei non addetti ai lavori.

NARRAZIONI E IDENTITÀ

BATINI, Federico;
2012

Abstract

“Non siamo più quelli che eravamo e dobbiamo moltiplicare le nostre identità. Spesso però si ignora che c'è un altro aspetto della molteplicità che riguarda il presente: nella definizione di noi coesistono diverse parti e l'esperienza dell'incertezza nasce proprio dal fatto che non solo non ci possiamo identificare stabilmente nel tempo, ma nell'istante dato non siamo in grado di identificarci totalmente con una sola di queste parti, e in ogni caso dobbiamo scegliere.[...] Si assiste a processi di rinaturalizzazione e risacralizzazione dell'identità, insieme all'emergere di forti disuguaglianze nelle capacità di individuazione. Identità stabili e chiuse, fondamentalismi religiosi o tenici, tendenze alla massificazione, sono l'altra faccia dei processi appena descritti. […] l'identità si configura sempre più come un campo piuttosto che come una realtà essenziale, come un sistema di coordinate o di vettori di significato, con possibilità e limiti che possiamo riconoscere e che contribuiamo a definire.” (Melucci, 1991, pp.107-108) Nelle scienze umane e sociali i concetti, le teorie e i metodi vivono alterne fortune, anche oltre alle questioni epistemologiche e i dati empirici che le sostengono e che contrappongono i vari orientamenti della ricerca e della conoscenza (delle considerazioni di sintesi si trovano in Sparti, 2002). Il tema dell’identità non sfugge a questa regola. Negli ultimi decenni la riflessione attorno all'identità ha conosciuto un forte sviluppo ed ha consentito lo snodarsi di un animato dibattito che, uscito dall'ambito specialistico della ricerca e dai congressi scientifici, ha coinvolto in modo prepotente media, politica e persino gli scambi quotidiani dei non addetti ai lavori.
2012
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