Le motivazioni di questo libro sono ambiziose: si vuole invitare a utilizzare la lettura ad alta voce come pratica didattica partendo da un'esperienza di rilievo nazionale che è, al contempo, un progetto e una ricerca; si vuole inoltre dare conto degli importan-ti esiti di una ricerca quasi sperimentale che ha raccolto dati rilevanti in ordine agli effetti cognitivi e di comprensione del testo dell'esposizione alla lettura. Una precisazione, per cominciare: qui si parla della lettura di narrativa, fatta in classe per i propri studenti, dall'insegnante, secondo un approccio e un metodo precisi. Altri approcci prediligono, per esempio, il contesto familiare (Aram et al., 2017; Curtis, Zhou, Tao, 2020; Schapira, Aram, 2019). Qui, invece, il metodo è improntato sulla funzione del sistema di istruzione, che è essenziale perché l'opportunità sia estesa a tutti e non contribuisca ad approfondire le differenze legate alla diversità delle pro-venienze socio-economico-culturali. Non si può ignorare, infatti, che la provenienza socio-economico-culturale condi-ziona, di fatto, anche in presenza di un'informazione adeguata sulla rilevanza della lettura, il modo e la continuità con cui si pratica la lettura ad alta voce nel contesto familiare (Chiu, McBride-Chang, 2006). Il metodo proposto poggia sul ruolo, decisivo, degli insegnanti-lettori, sul concetto di progressività dei tempi, sulla lunghezza e complessità dei testi e sulla varietà delle proposte, sull'attenzione posta alla libertà di espressione, commento e interpretazione di tutti i bambini e le bambine, le ragaz-ze e i ragazzi coinvolti. Il tutto con gli studenti al centro. Come ogni azione tesa, realmente, all'empower-ment dei soggetti coinvolti, gli studenti sono infatti punto di partenza e di arrivo di questo approccio: • sono il punto di partenza, perché si avvia l'esposizione alla lettura ad alta voce dai loro tempi di attenzione, dai loro gusti e da storie che rispondano ai loro bisogni; • sono il punto di arrivo, perché le pratiche di lettura ad alta voce in classe sono spazi di condivisione, di co-costruzione di significati, costituiscono materiale "vi-vo" per costruire e valorizzare, al tempo, la loro esperienza, la loro visione del mondo, il loro futuro. Le storie diventano così uno spazio di dialogo con i pari, uno spazio in cui la propria opinione, l'opinione di tutti, assume valore e dignità, nel quale non esiste la "risposta giusta" e tantomeno quella "sbagliata", ma i significati vengono negoziati (Langer, 1986; Tanner et al., 2017).

Ad alta voce. La lettura che fa bene a tutti

Federico Batini;Giulia Barbisoni;Marco Bartolucci;Irene Brizioli;Eleonora Cei;Barbara Ciurnelli;Benedetta D'Autilia;Simone Giusti;Diego Izzo;Lucia Lucchetti;Valerio Luperini;Andrea Mancini;Martina Marsano;Susanna Morante;Eleonora Pera;Elisa Carolina Puccetti;Irene Dora Maria Scierri;Mirko Susta;Sabrina Tobia;Giulia Toti
2021

Abstract

Le motivazioni di questo libro sono ambiziose: si vuole invitare a utilizzare la lettura ad alta voce come pratica didattica partendo da un'esperienza di rilievo nazionale che è, al contempo, un progetto e una ricerca; si vuole inoltre dare conto degli importan-ti esiti di una ricerca quasi sperimentale che ha raccolto dati rilevanti in ordine agli effetti cognitivi e di comprensione del testo dell'esposizione alla lettura. Una precisazione, per cominciare: qui si parla della lettura di narrativa, fatta in classe per i propri studenti, dall'insegnante, secondo un approccio e un metodo precisi. Altri approcci prediligono, per esempio, il contesto familiare (Aram et al., 2017; Curtis, Zhou, Tao, 2020; Schapira, Aram, 2019). Qui, invece, il metodo è improntato sulla funzione del sistema di istruzione, che è essenziale perché l'opportunità sia estesa a tutti e non contribuisca ad approfondire le differenze legate alla diversità delle pro-venienze socio-economico-culturali. Non si può ignorare, infatti, che la provenienza socio-economico-culturale condi-ziona, di fatto, anche in presenza di un'informazione adeguata sulla rilevanza della lettura, il modo e la continuità con cui si pratica la lettura ad alta voce nel contesto familiare (Chiu, McBride-Chang, 2006). Il metodo proposto poggia sul ruolo, decisivo, degli insegnanti-lettori, sul concetto di progressività dei tempi, sulla lunghezza e complessità dei testi e sulla varietà delle proposte, sull'attenzione posta alla libertà di espressione, commento e interpretazione di tutti i bambini e le bambine, le ragaz-ze e i ragazzi coinvolti. Il tutto con gli studenti al centro. Come ogni azione tesa, realmente, all'empower-ment dei soggetti coinvolti, gli studenti sono infatti punto di partenza e di arrivo di questo approccio: • sono il punto di partenza, perché si avvia l'esposizione alla lettura ad alta voce dai loro tempi di attenzione, dai loro gusti e da storie che rispondano ai loro bisogni; • sono il punto di arrivo, perché le pratiche di lettura ad alta voce in classe sono spazi di condivisione, di co-costruzione di significati, costituiscono materiale "vi-vo" per costruire e valorizzare, al tempo, la loro esperienza, la loro visione del mondo, il loro futuro. Le storie diventano così uno spazio di dialogo con i pari, uno spazio in cui la propria opinione, l'opinione di tutti, assume valore e dignità, nel quale non esiste la "risposta giusta" e tantomeno quella "sbagliata", ma i significati vengono negoziati (Langer, 1986; Tanner et al., 2017).
2021
9788809906723
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1493080
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