Diversi fattori di natura biotica e abiotica incidono sull’ambiente. Nel presente lavoro si è voluto valutare la possibilità di ridurre gli impatti ambientali attraverso la gestione di una popolazione animale problematica quale il cinghiale e l’impiego di sottoprodotti derivanti dall’industria alimentare. In particolare, si è voluto investigare l’applicazione di sottoprodotti derivanti dall’industria olearia su carni di cinghiale ottenute dall’attività venatoria con un approccio di economia circolare basato sull’ottimizzazione delle risorse e sulla valorizzazione di prodotti di scarto tramite il reimpiego in altre filiere. La scelta di riutilizzare estratti ottenuti dalle acque di vegetazione derivanti dall’industria olearia è basata sull’ingente quantità generata durante la produzione e l’importante impatto ambientale. Quest’ultimi, tuttavia, sono caratterizzate da composti bioattivi potenzialmente utili in altri settori produttivi per le loro attività antiossidante, antimicrobica e antinfiammatoria. Nel presente studio 36 campioni di carne di cinghiale sono stati divisi in 3 gruppi: due trattati con estratti polifenolici (liquido e micronizzato) e uno di controllo. I risultati hanno evidenziato effetti positivi dei trattamenti sul livello igienico delle carni, con una minore crescita nel tempo dei parametri microbici considerati, quali conta della carica microbica mesofila totale, conta delle Enterobacteriaceae, e di Pseudomonas spp. Meno evidenti sono stati gli effetti del metodo di applicazione dei trattamenti impiegati (immersione o dipping). Ulteriori studi sono comunque necessari per confermare l’efficacia di queste sostanze nel miglioramento delle caratteristiche igieniche e qualitative delle carni di selvaggina.
Studio preliminare sull’impiego di estratti polifenolici da sottoprodotti dell’industria elaiotecnica applicati alle carni di cinghiale
Caterina Altissimi
;Rossana Roila;Raffaella Branciari;David Ranucci
2023
Abstract
Diversi fattori di natura biotica e abiotica incidono sull’ambiente. Nel presente lavoro si è voluto valutare la possibilità di ridurre gli impatti ambientali attraverso la gestione di una popolazione animale problematica quale il cinghiale e l’impiego di sottoprodotti derivanti dall’industria alimentare. In particolare, si è voluto investigare l’applicazione di sottoprodotti derivanti dall’industria olearia su carni di cinghiale ottenute dall’attività venatoria con un approccio di economia circolare basato sull’ottimizzazione delle risorse e sulla valorizzazione di prodotti di scarto tramite il reimpiego in altre filiere. La scelta di riutilizzare estratti ottenuti dalle acque di vegetazione derivanti dall’industria olearia è basata sull’ingente quantità generata durante la produzione e l’importante impatto ambientale. Quest’ultimi, tuttavia, sono caratterizzate da composti bioattivi potenzialmente utili in altri settori produttivi per le loro attività antiossidante, antimicrobica e antinfiammatoria. Nel presente studio 36 campioni di carne di cinghiale sono stati divisi in 3 gruppi: due trattati con estratti polifenolici (liquido e micronizzato) e uno di controllo. I risultati hanno evidenziato effetti positivi dei trattamenti sul livello igienico delle carni, con una minore crescita nel tempo dei parametri microbici considerati, quali conta della carica microbica mesofila totale, conta delle Enterobacteriaceae, e di Pseudomonas spp. Meno evidenti sono stati gli effetti del metodo di applicazione dei trattamenti impiegati (immersione o dipping). Ulteriori studi sono comunque necessari per confermare l’efficacia di queste sostanze nel miglioramento delle caratteristiche igieniche e qualitative delle carni di selvaggina.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.